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Svizzera, le reazioni dei politici italiani al referendum che ha ufficializzato il matrimonio egualitario

C’è chi invoca un referendum simile anche in Italia. Ma è costituzionalmente impossibile.

Svizzera, le reazioni dei politici italiani al referendum che ha ufficializzato il matrimonio egualitario - matromonio gay svizzera - Gay.it
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Il 64.1% degli svizzeri ha votato sì al referendum che ha ufficializzato il matrimonio egualitario, già approvato dal parlamento svizzero a fine 2020. I no si sono fermati al 35.9%. Un trionfo che segue quanto avvenuto in Irlanda nel 2015, quando il sì alle nozze same-sex si impose a sorpresa con il 62,1% dei consensi.

L’Italia, come scritto ieri, è così diventato l’ultimo Paese dell’Europa occidentale a non avere una legge sul matrimonio egualitario. Le reazioni politiche non si sono fatte attendere. “Tante volte ho detto che vorrei che la legge sulle unioni civili che porta il mio nome divenisse inutile, con la piena equiparazione di tutte le famiglie e tutti gli amori“, ha commentato la senatrice dem Monica Cirinnà. “Credo che anche il popolo italiano, proprio come quello svizzero, sia pronto. Arrivi presto, per la politica, il tempo del coraggio, dell’eguaglianza, della giustizia“.

In Svizzera passa il referendum per il matrimonio egualitario“, ha cinguettato Ivan Scalfarotto, deputato di Italia Viva. “Come in molti altri paesi europei, anche lì le unioni civili sono state solo il primo passo verso la piena uguaglianza. Un percorso obbligato anche per l’Italia, un risultato che è necessario ottenere al più presto“.

Il 52% dei seggi del Parlamento in Islanda sarà ricoperto da donne“, ha commentato Laura Boldrini. “In Svizzera approvato referendum per il matrimonio civile anche per le coppie omosessuali. Forse anche in Italia un giorno… noi lottiamo per questo“.

In Italia il tema è scomparso dall’agenda politica dopo la legge (incompleta) sulle unioni civili e in politica ne parlano in pochi, tra cui noi di Possibile“, ha twittato Gianmarco Capogna. “A quanto pare anche il nostro amore è ritenuto di serie B“.

“I Referendum servono“, ha scritto sui social Elio Vito, deputato di Forza Italia. “La Svizzera dice sì ai matrimoni egualitari. Ora tocca all’Italia ma i partiti sentono troppo l’influenza dello Stato della Città del Vaticano e non riescono nemmeno ad approvare il ddl Zan. È per questo, dal 1974, dai tempi del divorzio, che servono i referendum!“.

Oltre il 60% degli svizzeri ha votato a favore determinando che le coppie LGBT+ da oggi hanno il diritto di sposarsi e di formare una famiglia“, ha commentato Fabrizio Marrazzo, portavoce Partito Gay per i diritti Lgbt+, Solidale, Ambientalista, Liberale, nonché candidato a sindaco di Roma. “Uno dei nostri obiettivi, dopo le elezioni che si terranno il 3 e 4 ottobre a Roma, Torino, Napoli, Milano e altri piccoli comuni in cui siamo candidati, sarà quello di lavorare per portare quest o referendum anche in Italia fondando il “Comitato SI al matrimonio LGBT+”. Credo in Italia i cittadino sono più avanti della politica Italiana ed il referendum sarà il modo per dimostrarlo“.

Ma come scritto nei giorni scorsi un simile referendum in Italia è costituzionalmente impossibile. Per le leggi ordinarie esiste solo quello  di tipo abrogativo, con almeno 500.000 firme raccolte per poterlo ufficializzare e oltre il 50% degli aventi al voto alle urne. C’è quindi bisogno di una legge, in sostanza, per poi eventualmente intervenire con un referendum popolare. E in Italia una legge sul matrimonio egualitario non esiste.

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3 thoughts on “Svizzera, le reazioni dei politici italiani al referendum che ha ufficializzato il matrimonio egualitario

  1. In Italia , purtroppo , il Referendum propositivo è ancora fermo in Parlamento. In Confederazione , ad essere ottimisti , il Matrimonio ugualitario entrerà in vigore , alla fine dell’inverno. Pur essendo stato approvato da entrambe le Camere , abbisogna delle leggi attuative , sospese con l’indizione del Referendum.

  2. Ho letto sul Corriere del Ticino che sarà possibile celebrare i matrimoni egualitari dal 1 luglio 2022.
    Una prospettiva ancora lunga ma almeno certa e sicura. In Italia purtroppo è ancora pura utopia, il tema non è neanche lontanamente presente nel dibattito pubblico e politico…
    Ancora congratulazioni al popolo svizzero per questo grandioso risultato, con un pizzico di sana invidia.

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