Esiste un piccolo tempio taoista, a Taiwan, dedicato a Tu’er Shen. Situato nella parte nuova della capitale, Taipei, è un luogo simbolo per la comunità LGBTQIA+. Tu’er Shen, antico maestro taoista, è il patrono LGBT locale, raffigurato all’interno del tempio – un’umile stanza con altare – con orecchie da coniglio e un pennello arcobaleno in mano.
Nella storia cinese, il “coniglio” è stato spesso utilizzato come termine dispregiativo verso le persone omosessuali. Ma grazie al successo dell’icona di Tu’er Shen, la bestiola si è oggi tramutata in un simbolo significativo per la comunità queer taiwanese e cinese.
La leggenda che aleggia attorno alla figura di Tu’er Shen, al culto del coniglio e alla successiva nascita del tempio di Taiwan, ha ispirato anche molti racconti, storie, romanzi e film. Uno di questi è Kiss of the Rabbit God, diretto da Andrew Thomas Huang e presentato al Tribeca Film Festival del 2019.
Il regista, approfondendo la storia di Tu’er Shen nella tradizione cinese e di come sia stato trasformato nel Dio Coniglio, salvatore degli uomini che amano gli uomini, ha deciso di usare la leggenda per la storia del suo film, dove il Dio Coniglio è il liberatore del protagonista Matt, che viene sfidato ad abbracciare la sua sessualità.
Matt si libera così dall’imbarazzo di esprimere la propria intimità fisica, trovando un’opportunità per conciliare l’educazione religiosa con la sua sessualità: “Sono gli uomini a dare forma a Dio. Noi pensiamo a Dio come a un legislatore sopra di noi, ma è il nostro pensiero di uomini a formare l’immagine degli dei. Se Tu’er Shen è un vero dio, allora io, come gay, asiatico e cinese ho il diritto di reinventare questo dio come il dio dell’amore queer”, ha affermato il regista.
Foto di copertina: una scena dal film Kiss of the Rabbit God
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