Lo scorso 31 Gennaio BBC News ha rilasciato un video inchiesta, che riporta atti di violenza e torture su più membri della comunità e denuncia quella che è una vera e propria persecuzione.
The U.S backed dictatorship in Egypt is using Grindr to target the LGBTQ community and has made more than 150 arrest. pic.twitter.com/ZacUtYvdIN
— Achmat X (@AchmatX) March 22, 2023
Martedì 23 Marzo, Grindr – app d’incontri gay più famosa del mondo – ha rilasciato uno statement ufficiale come ‘warning sign’ ai suoi utenti: “Siamo stati avvertiti che la polizia egiziana sta attivamente arrestando persone gay, bi, e trans sulle piattaforme digitali” scrive il comunicato ufficiale.
Grindr specifica che la polizia si avvale di account fake, anche prendendo controllo dei profili di user reali, dopo avergli confiscato il telefono: “Per favore abbiate grande cautela, sia online che offline” continua il comunicato “Anche con quegli account che in passato sono stati verificati”.
Stando ad una ricerca di Pink News, ad oggi sono state arrestate fino a 150 persone.
Seppur in Egitto l’omosessualità non è considerata un reato, la legge n. 10 del 1961, detta “legge sulla depravazione”, autorizza le forze dell’ordine a perseguitare le persone LGBTQIA+ sulla base di quei comportamenti considerati “depravati” secondo la costituzione.
Numerosi utenti dichiarano alla testata americana di non sentirsi più al sicuro, di uscire di casa solo se accompagnati in macchina, e che il costante scrutinio sta avendo serie ripercussioni sulla loro salute mentale e fisica: “Sono davvero preoccupato che se esco di casa, vengo trucidato come un pollo” commenta un utente anonimo a Pink News.
Human Rights Watch dichiara che né Grindr né le altre piattaforme social, come Instagram o Facebook, stanno facendo abbastanza per proteggere i propri utenti.
Tuttavia, un portavoce di Grindr riporta a Pink News che l’app starebbe collaborando con organizzazioni internazionali per garantire giustizia safe space a tutta comunità LGBTQIA+ egiziana.
Il rappresentate dichiara alla rivista: “I nostri cuori sono con la nostra comunità in Egitto”.
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