Tokyo riconoscerà presto le unioni civili. Il governo della città ha annunciato il progetto di legge nelle ultime 24 ore, con le coppie idonee che potranno registrarsi civilmente. Potranno farlo solo e soltanto i residenti di Tokyo, inclusi quindi i cittadini stranieri che ci vivono.
L’intenzione è quella di “promuovere la comprensione tra i residenti di Tokyo sulla diversità sessuale e ridurre i disagi nella vita quotidiana che circondano le minoranze sessuali al fine di creare condizioni di vita per loro più piacevoli“, si legge in una nota.
Sebbene la mossa, già annunciata a fine 2021, sia un importante passo avanti per le coppie dello stesso sesso, queste unioni non conferiranno loro gli stessi diritti legali offerti agli eterosessuali che convolano a nozze. La pressione sul governo giapponese è aumentata in questi ultimi anni, anche perché il Giappone continua a essere l’unico Paese del G7 a non riconoscere non solo il matrimonio tra persone dello stesso sesso, esattamente come l’Italia, ma anche le unioni civili.
Eppure un sondaggio del 2015 ha dimostrato che la maggioranza dei giapponesi è a favore della legalizzazione del matrimonio egualitario. Ma l’art. 24 della costituzione giapponese stabilisce che “il matrimonio deve essere basato solo sul mutuo consenso di entrambi i sessi e deve essere mantenuto attraverso una mutua cooperazione basata sugli stessi diritti del marito e della moglie”. Sulla base di ciò gli articoli 731-737 del codice civile giapponese restringono il matrimonio alle sole coppie di sesso opposto. Bisognerebbe cambiare la Costituzione, per allargarlo anche alle coppie dello stesso sesso.
L’unica nazione o territorio asiatico ad aver legalizzato il matrimonio tra persone dello stesso sesso è Taiwan.
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