E’ successo un’altra volta in Tunisia, e con più precisione a Kairouan (Qayrawan in tunisino), una cittadina di 190.000 abitanti nell’interno, a 60 km ad ovest delle più note località balneari di Sousse e Monastir. Sei studenti universitari del primo anno, tutti di 18-19 anni, sono stati arrestati per “sodomia” nella residenza universitaria nella quale dormivano ed i loro computer perquisiti. La sentenza, che è datata 10 dicembre, è stata inflessibile: 6 anni di galera per tutti e sei i ragazzi, più sei mesi per uno di loro che aveva video porno gay nei pc (l’accusa in tal caso è di oltraggio al pudore).
La corte, che è stata particolarmente dura ed inflessibile, ha anche ordinato una pesantissima misura di allontanamento dalla città di Kairouan per 5 anni contro i sei ragazzi, che entrerà in vigore al termine delle loro pene detentive. L’università di Kairouan era già un famoso centro islamista e sunnita nel secolo passato ed ancora oggi non è particolarmente nota per avere una facoltà progressista e liberale.
Ad informare la redazione di Gay.it, che è la prima testata giornalistica al mondo a dare questa notizia, è stata Fadua Braham, l’avvocata che già nei mesi scorsi avevamo sentito per il caso del giovane tunisino sottoposto ad “ispezione anale”, condannato successivamente a 1 anno di carcere e che poi, finalmente, anche grazie all’intervento del Governo Italiano tramite il sottosegretario agli Esteri Benedetto Della Vedova a seguito di una interrogazione parlamentare firmata dal Senatore Sergio lo Giudice, è stato liberato in attesa dell’appello.
In questo nuovo caso, trattandosi di ragazzi molto giovani in una città che non è particolarmente ricca anche perché non è turistica, solo uno di loro ha un avvocato. Il loro appello dovrebbe tenersi intorno al 20 dicembre. Già la vicenda del primo ragazzo aveva provocato non pochi dibattiti in Tunisia sull’articolo del codice penale che è lo stesso dal 1913 e penalizza ancora l’omosessualità, in aperto contrasto con la nuova Costituzione del 2014. Ma purtroppo, come ci aveva raccontato la stessa avvocata del ragazzo, non è stata ancora applicata quella norma della Costituzione che prevede l’istituzione di una Corte Costituzionale e quindi la legge è destinata a rimanere tale, almeno finché non venga cambiata dal Parlamento o abrogata dalla Corte. Ed in questo nuovo caso ad applicare la vecchia legge del 1913 è stato un tribunale di una cittadina interna della Tunisia, estremamente più conservatore: e la pena è stata decisamente più grave, 6 anni per l’appunto.
Interpellato da Gay.it, il Senatore Sergio Lo Giudice ci ha dichiarato che domattina stesso presenterà una nuova interrogazione parlamentare sul caso in questione, chiedendo l’intervento del Ministero degli Esteri italiano e sollecitando nuovamente il Sottosegretario Benedetto Della Vedova.
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