37 anni, Becky Albertalli è l’affermata autrice di Non so chi sei ma io sono qui, romanzo young adult portato al cinema da Greg Berlanti con il titolo Tuo, Simon. È poi arrivato il sequel editoriale, e al femminile, Sempre e solo Leah, mentre poche settimane fa è uscito negli Usa Love, Creekwood, capitolo conclusivo di questa ipotetica trilogia.
Mentre Hulu ha rinnovato per una seconda stagione Love, Victor, spin-off tv di Love, Simon, Becky Albertalli è stata di fatto ‘costretta’ a fare coming out. L’autrice è stata infatti duramente criticata on line, perché diventata celebre grazie a storie LGBT, pur essendo ‘eterosessuale’. Una sorta di ‘appropriazione indebita’, come se fosse necessario essere gay per scrivere della nostra comunità, ma la 37enne si è sentita in dovere di uscire allo scoperto, rivelando la propria bisessualità. Becky lo ha fatto di proprio pugno, dalle pagine di Medium.
Ho trentasette anni. Sono felicemente sposata con un uomo da quasi dieci anni. Ho due figli e un gatto. Non ho mai baciato una ragazza. Non ho mai capito di volerlo. Ma se riavvolgo ulteriormente il nastro della mia vita, sono abbastanza sicura di aver avuto cotte per ragazzi e ragazze per la maggior parte della mia vita. Semplicemente non mi rendevo conto che le cotte per ragazze fossero cotte. Ogni tanto, sentivo questo tipo di attrazione verso una ragazza che conoscevo vagamente, che fosse scuola, al campus o al doposcuola. Mi domandavo quanto fosse carina, o interessante e quanto volessi essere sua amica. Non mi è mai venuto in mente che quei sentimenti potessero significare un’attrazione. Ero una donna eterosessuale che scriveva libri queer di merda per gli etero, approfittando di una comunità con cui non avevo alcun legame. Me lo sono detto spesso. Ma le etichette a volte cambiano. È quello che dicono sempre tutti, giusto? Va bene non essere pronti. Va bene se non capisci ancora completamente la tua identità. Non ci sono limiti di tempo, nessun limite di età, nessun modo giusto o sbagliato per essere queer. Permettetemi di essere totalmente chiara: non è così che volevo fare coming out. Non mi sento bene, responsabilizzata, o particolarmente sicura. Onestamente, lo sto facendo perché sono stata esaminata, sottotitolata, derisa, invalidata quasi ogni singolo giorno per anni, e sono esausta.
In Sempre e solo Leah, edito da Mondadori nel 2019, la giovane protagonista capisce per l’appunto di essere bisessuale.
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