La notizia della brutale aggressione omofoba avvenuta il 10 agosto a Santa Cesarea Terme ha dimostrato ancora una volta quanto la comunità LGBT sia in pericolo in Italia. Se in questo caso non è ancora chiaro (o non è stato reso pubblico) come si sia arrivati alla violenza, i filmati delle videocamere e le testimonianze confermano come i 4 ragazzi milanesi e uno salentino si siano accaniti contro il 43enne gay. Le offese dirette alla vittima, poi, hanno inequivocabilmente accertato che si trattava di un’aggressione di chiaro stampo omofobo.
Ma mentre la notizia si diffonde a livello nazionale e associazioni e politici chiedono a gran voce l’intervento dello Stato e l’approvazione di una legge contro l’omofobia, spunta anche l’identikit degli aggressori. I quattro ragazzi milanesi, 20enni, provengono tutti da buone e “rispettabili” famiglie, come già si sapeva. Per due di loro, inoltre, si delinea un chiaro interesse nei confronti della politica, tra le fila dell’ultra destra.
Il 20enne tra Blocco Studentesco e CasaPound che aggredì un uomo gay a Santa Cesarea Terme
I responsabili dell’aggressione a Santa Cesarea Terme, come riporta il Corriere, sono: Bruno Furiosi, Stefano D’Angelo, Christian Binelli e Riccardo De Feo.
Il più giovane del branco si chiama Bruno Furiosi. Ha iniziato la sua “carriera politica” già al liceo, e ha continuato la sua scalata all’università Cattolica di Milano. Proprio qui, lo scorso anno si è candidato con la lista “Sturm und drang – Studenti identitari“. E’ poi responsabile locale di Blocco Studentesco, associazione di estrema destra legata a CasaPound che si definisce “d’ispirazione neofascista“.
Gli amici di Bruno Furiosi. non si discostano molto dal compagno, conosciuti anch’essi tra le fila di Blocco Studentesco. Oltre a bazzicare come ultrà a San Siro e tra quelli dell’hockey al Palazzo del Ghiaccio di Milano.
Il referto dell’aggressione
Le fasi dell’aggressione è già stata spiegata fin troppo bene nel precedente articolo. Trasportato in ospedale, è stato subito soccorso dai medici del pronto soccorso, che hanno poi compilato il referto.
Il 43enne ha riportato una frattura all’orbita dell’occhio e alle ossa della tempia, si segnalano poi numerosi ematomi ed emorragie alla palpebra a causa dei pugni e dei calci che il branco gli ha inflitto al volto quando era già a terra. Naturalmente sono indicate anche le ferite all’orecchio (il cui lobo è stato staccato di netto) e alla mandibola. Numerose escoriazioni in varie parti del corpo.
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