Ungheria, Viktor Orbán impone il referendum omotransfobico lo stesso giorno delle elezioni parlamentari

La tempistica del referendum è chiaramente strategica, poiché Orbán basa da sempre la sua campagna elettorale sui valori religiosi tradizionali e sull'opposizione ai diritti LGBT+.

orban ungheria
Orban continua a sostenere l'Ungheria omofoba.
3 min. di lettura

L’ultima, disperata mossa di un uomo che non conosce limiti. L’annunciato e criticato referendum sulla discussa legge contro la “propaganda LGBT+” voluto da Viktor Orbán si terrà lo stesso giorno delle imminenti elezioni parlamentari, il prossimo 3 aprile. L’ultranazionalista di estrema sogna di rimanere al potere per il quarto mandato consecutivo. Ad oggi, incredibile ma vero, i sondaggi lo danno appaiato allo sfidante Péter Márki-Zay, che guida un’alleanza di sei partiti di opposizione che abbracciano l’intero spettro politico.

Il referendum nasce per volontà dello stesso Orban, che ha così reagito alle minacce UE sulla vergognosa legge che equipara l’omosessualità alla pedofilia, vietando qualsivoglia contenuto considerato “LGBTQ+” ai minori di 18 anni. Ai cittadini ungheresi verrà chiesto se sono d’accordo con i “laboratori sull’orientamento sessuale” nelle scuole senza il consenso dei genitori, e se i contenuti che potrebbero “influenzare” l’orientamento sessuale dei bambini dovrebbero essere mostrati senza restrizioni. Orbán vuole inoltre domandare agli ungheresi se gli interventi chirurgici per l’affermazione di genere possano essere eseguiti sui bambini. “Il futuro dei nostri figli è in gioco e non possiamo fare concessioni“, disse all’epoca il premier che piace tanto a Matteo Salvini e Giorgia Meloni, insistendo sul fatto che “quando la pressione sul nostro Paese è così forte, l’Ungheria può essere protetta solo dalla volontà comune del popolo“.

“La decisione del governo ungherese di condurre un referendum nazionale sull’accesso dei bambini alle informazioni riguardanti l’orientamento sessuale e le questioni relative all’identità di genere lo stesso giorno delle elezioni parlamentari è profondamente deplorevole, in quanto favorisce la strumentalizzazione dei diritti umani delle persone LGBTI”, ha oggi tuonato Dunja Mijatović, Commissaria per i diritti umani del Consiglio d’Europa. “È deludente che la ‘legge sulla protezione dell’infanzia’, che associa erroneamente l’omosessualità alla pedofilia e limita la libertà di espressione e di istruzione di tutti gli ungheresi, sia stata adottata nel giugno 2021 nonostante le forti obiezioni di molti osservatori internazionali e nazionali, compresa la sottoscritta”.

A causa della legge, ritenuta incompatibile con le norme internazionali sui diritti umani dal Consiglio d’Europa nel dicembre 2021, tutto ciò che viene considerato LGBTI deve essere bandito da tutti i luoghi in cui possa essere visualizzato dai minori.

“Sono preoccupata che il referendum proposto rafforzerà stereotipi, pregiudizi e odio nei confronti delle persone LGBTI e quindi avrà un forte impatto negativo sui loro diritti, sicurezza e benessere, ponendo al voto popolare domande ambigue e fuorvianti”, ha proseguito Dunja Mijatović. “L’implicazione, ad esempio, che un’educazione sessuale completa sia dannosa per lo sviluppo dei bambini è semplicemente falsa. Al contrario, è essenziale prevenire e combattere gli abusi sessuali sui bambini, aiuta a costruire società più sicure e inclusive e i bambini ne hanno diritto”. “In precedenza ho avvertito che la manipolazione politica dei diritti umani delle persone LGBTI è in aumento in Europa e sintomatica di un attacco più generale e del disprezzo dei diritti umani. Il referendum ungherese è un esempio lampante di questa preoccupante tendenza”.

In una dichiarazione congiunta, 10 gruppi ungheresi LGBT+ e per i diritti umani hanno chiesto ai cittadini di dare risposte non valide al referendum, cerchiando sia “sì” che “no” ad ogni domanda, per “aiutare a garantire che il referendum di esclusione del governo non raggiunga la soglia di validità ”.

I gruppi, che includono Budapest Pride e Amnesty Hungary, hanno affermato: “Questo referendum è particolarmente vile per due ragioni. Da un lato, la formulazione delle domande suggerisce che i giovani vengono danneggiati sentendo parlare di minoranze sessuali e di genere e, dall’altro, viola la dignità delle persone LGBT+. La formulazione è intenzionalmente manipolativa: stanno usando la naturale preoccupazione dei genitori per i propri figli per i propri scopi politici. Per la seconda volta, il governo Fidesz sta costruendo la sua campagna elettorale per incitare all’odio contro un gruppo vulnerabile”.

Dudits Luca, portavoce dell’organizzazione di difesa LGBT+ Háttér Society, ha dichiarato: “Conosciamo tutti qualcuno che appartiene a una minoranza sessuale o di genere, che si tratti di nostro nipote, zia, amico, collega, insegnante o nostro compagno di squadra. Vogliamo vivere in una società in cui la loro sicurezza è altrettanto importante, in cui i nostri cari non possono essere soggetti ad atrocità per strada, sui mezzi pubblici o al lavoro”.

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rubytuesday 13.1.22 - 18:25

il primo quesito più che indignare fa ridere. Ma gli altri due sono seri e condivisibili perchè:1) i genitori hanno tutto il diritto di vigikare su quale istruzione sia impartita ai figli in materia così delicata e, se lo ritengono opportuno caso, sottrarli ad essa; 2) riconoscere a un minorenne la possibilità di sottoporsi a modifiche irreversibili del proprio corpo è abominevole, che ci sia il consenso dei genitori o no. E non mi parlate di libertà, che qui non c'entra nulla

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