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Vaccino HIV: passi in avanti per sconfiggere il virus

Questo nuovo possibile vaccino anti HIV prevede la modifica di alcune cellule per abbattere la viremia e sconfiggere definitivamente il virus.

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2 min. di lettura

Si parla ogni giorno, ultimamente, di vaccini. E se gli occhi sono puntati su quello che dovrebbe debellare una volta per tutte il Covid-19, la ricerca riguardo al vaccino anti HIV continua spedita. E sembra ci sia un nuovo passo in avanti.

Questa nuova idea, come riporta FanPage, parte dalle cellule “immunitarie ingegnerizzate”. Queste innescano la produzione di particolari anticorpi, che potrebbero distruggere anche il virus dell’HIV. Naturalmente, al momento non ci sono esiti sull’uomo, dato che la ricerca ha per ora ottenuto buoni risultati nei topi, utilizzati come cavie.

Il vaccino anti HIV: una possibile svolta

Si è parlato tanto di una cura che possa sconfiggere l’HIV e l’AIDS, perché questa fa ben sperare? Per il fatto che non si tratta solamente di un terapia da seguire per eliminare la malattia da chi è già sieropositivo (parliamo di 38 milioni di persone al mondo), ma anche di un vaccino contro il virus stesso.

Insomma, come quello che viene fatto contro l’influenza stagionale, o quelli che si fanno da bambini (come ad esempio l’anti-poliomielite o l’anti-tetanica).

I genitori del vaccino

Questo possibile vaccino anti HIV è il risultato di anni di studi, che si sono conclusi nel 2019 con questa importante scoperta.

A individuare questi anticorpi, chiamati “HIV broadly neutralizing antibodies” o più semplicemente bnAbs, è stato un team internazionale, composto dai ricercatori del “The Scripps Research Institute” di La Jolla (California), assieme al Dipartimento di Medicina dell’Università di San Diego, con il Dipartimento di Microbiologia, Tumori e Biologia Cellulare del Karolinska Institutet di Stoccolma (Svezia) e del Dipartimento di Biochimica dell’Università Autonoma di Madrid (UAM).

Come funziona

La tecnica utilizzata è quella in cui il DNA viene tagliato e incollato, modificando delle particolari cellule del sistema immunitario, che in questo modo possono produrre degli anticorpi che abbattono la viremia, ma anche proteggono dall’infezione. Se si venisse a contatto con una persona sieropositiva, quindi, interverrebbero questi nuovi anticorpi del vaccino anti HIV, proteggendo il nostro corpo dal virus.

Per il paziente, la cosa si riassume in un prelievo del sangue per individuare le cellule B, procedere alla modifica e infine la reintroduzione delle stesse nell’organismo, con gli anticorpi bnAbs. La vaccinazione dovrebbe portare le cellula a riprodursi, eliminando di fatto la terapia che una persona sieropositiva deve seguire attentamente ogni giorno.

C’è un problema: la tecnica del taglia e incolla del DNA non è ancora stata approvata nell’uomo. Si dovrà quindi aspettare ancora, fare ulteriori ricerche per accertarsi che non crei altri problemi nell’organismo.

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