Con o senza Oscar, Trace Lysette ha già vinto per la comunità trans*

L'attrice di MONICA racconta i traguardi e le soddisfazioni dell'ultima annata, tra lettere di supporto e la volontà di aprire sempre più porte.

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Trace Lysette (ELLE)
Trace Lysette (ELLE)
3 min. di lettura

Il prossimo 24 Gennaio saranno annunciate le nomination agli Oscar 2024.

Non è un segreto che noi come tantə altrə, teniamo le dita incrociate su Tracy Lysette in MONICA: non vogliamo crearci false speranze, ma se gli Academy si svegliassero, l’attrice quarantaduenne potrebbe essere la prima donna trans* candidata come Migliore Attrice.

Solo nel 2022 è stata la prima donna trans* in gara per la Coppa Volpi alla 79esima Mostra del Cinema di Venezia, e nel 2023 si è aggiudicata la nomination agli Spirit Independent Awards (la quinta attrice trans a venir candidata, dopo Mya Taylor and Kitana Kiki Rodriguez per Tangerine, Patti Harrison per Together Together, e Harmony Santana per  Gun Hill Road).

 

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Nonostante il successo di MONICA, Lysette non sembra tra i nomi di punta per la stagione dei premi, ma speriamo in una sorpresa last minute. Intervistata da Variety, l’attrice spiega che questo momento è molto più di un semplice trofeo: non riguarda solo lei, ma un’intera comunità che ancora oggi rimane invisibile. Non da meno in un’industria dove è sempre più difficile trovare finanziamenti per raccontare storie autentiche. Come spiega Lysette, la rappresentazione trans* sembra interessare tuttə finché a raccontarlo o interpretarlo non sono le persone trans* stesse.

So che la mia performance è valida e meritevole – me l’hanno detto a Venezia. Ma anche lì, è stata una lotta.” spiega a Variety “Spesso penso che se un attore cis fosse andato a Venezia e avesse ricevuto una standing ovation di 11 minuti per aver interpretato un personaggio trans*, l’Academy verrebbe nei pantaloni e le opportunità pubblicitarie sarebbero allucinanti. Per questo è deprimente. Ma sto facendo del mio meglio per concentrarmi sul positivo. In qualunque modo vada, questo lavoro ha già cambiato la vita delle persone. E questo quello che mi tengo stretta

MONICA di Andrea Pallaoro è un piccolo miracolo: uno di quei rari casi dove un regista ascolta e accoglie le accortezze e le richieste della sua protagonista, senza confinarla in una narrazione precostituita o ‘accomodante’ per il pubblico: “Le note principali riguardavano il lavoro sessuale” dice Lysette. La sua Monica è una donna trans* torna nella casa dov’è cresciuta dopo tanti anni per accudire sua madre malata (Patricia Clarkson).

Lysette ci ha tenuto a sottolineare che la sua protagonista – come tante altre donne trans*– si mantiene anche attraverso il sex work, e lo fa con estrema dignità e zero pietismi: “Quella è la realtà. Le persone devono sapere come si guadagna da vivere. “ dice sempre a Variety “È stata la realtà di tante donne trans che conosco – è un aspetto molto duro e freddo della realtà. Ed era importante per me mostrare la dualità di come le mani che le permettevano di avere un tetto sopra le testa dando piacere agli uomini, erano le stesse mani che massaggiavano la schiena di sua madre e la stringevano quando piangeva. Quella dualità è potente per me, è vita vera” 

Con o senza la benedizione degli Academy, MONICA ha già cambiato la vita di moltə: sia Lysette che Clarkson dichiarano di ricevere una valanga di lettere da persone in tutta la nazione, che vedendo il film si sono sentite finalmente vistə e riconosciutə. Per Lysette è molto più che motivo d’orgoglio: “Penso sia amplificato da tutte le leggi che hanno introdotto quest’anno – oltre 500 legislazioni per rendere la nostra vita più difficile. La violenza che sopportiamo ogni giorno nel mondo”.

Per Lysette questa è una lettera d’amore a quando era solo una bambina che riceveva fischi e insulti, e “tutte le piccole regine lì fuori. Tutte le piccole bambine queer che resistono a tutto questo per essere diverse“.  Come spiega l’attrice, non si tratta di sopravvivere, ma di fiorire sempre di più. Non inutili tokenismi, ma sedersi attivamente intorno al tavolo con un ruolo attivo e centrale: “Capisci che se sei abbastanza fortunatə da entrare in quelle porte, devi assicurarti che anche lə altrə possano entrare. E sostanzialmente questo il mio lavoro da una vita”.

@tracelysetteYou aint fooling nobody Dave♬ original sound – Trace Lysette

Nelle ultime ore Lysette ha anche risposto a Dave Chappelle e il suo spettacolo transfobico The Dreamer (sì, ancora una volta: aveva già iniziato nel 2021): un’ossessione che Lysette paragona all’ego ferito di un cliente che non riceve attenzioni dalla sex worker. “Non so quale bambola ha ferito Dave Chappell. Non lo so davvero, ma sembra un cliente insoddisfatto che fa battute rancorose” dice l’attrice su TikTok “Dio mio, chi crea tre spettacoli di stand up sulle donne trans* perché non ce la fa? Aiutatelo”.

 

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