Intervista alle Rivoltelle, il gruppo di musiciste escluse dalla festa di paese “perché lesbiche”

“Sono lesbiche e questa è una festa religiosa e quindi potrebbero offendere la morale cattolica di ogni singolo cristiano facente parte di questa comunità": questo si sono sentite dire.

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3 min. di lettura

Rossano Calabro, Provincia di Cosenza. Le Rivoltelle, una rock band cittadina di sole donne con una lunga esperienza musicale, è stata esclusa da una festa di paese con la seguente motivazione:

sono lesbiche e questa è una festa religiosa e quindi potrebbero offendere la morale cattolica di ogni singolo cristiano facente parte di questa comunità”.

Elena, Alessandra, Paola e Angela sono state discriminate nel 2016 per i loro presunti gusti sessuali, non per mancanza di talento, e dopo questo ennesimo episodio hanno deciso di denunciare quanto accaduto. Noi di Gay.it abbiamo intervistato Elena per capire un po’ meglio com’è andata la questione e cosa pensano Le Rivoltelle su alcuni temi caldi degli ultimi tempi.

Rossano Calabro, secondo Wikipedia, è un comune di 36842 abitanti, come molti altri in Italia. Che tipo di festa era quella a cui dovevate suonare?

Era una festa religiosa.

Davanti a chi sono state pronunciate le parole con le quali si cancellava la vostra data, in che luogo e in che modo si è sparsa la voce dopo in Paese?

Durante lo svolgimento di una riunione cui presenziavano il nostro impresario di zona e il comitato organizzativo della festa. La notizia è diventata virale e si è propagata nel paese dopo la mia nota sulla nostra pagina Facebook, Le Rivoltelle.

La frase di Elena Palermo: “Cara signora, finché la Calabria sarà abitata da persone come lei sarà ancora più forte, feroce e stimolante la nostra rivoluzione” che condividiamo appieno, a chi si rivolge? Chi è la signora Maria Antonietta?

La nostra rivoluzione vuole combattere ogni tipo di pregiudizio e discriminazione ed è rivolta a chi impedisce la libertà di espressione. Sappiamo che la signora Maria Antonietta fa parte del comitato organizzativo ma non siamo a conoscenza di altro su di lei.

Le-Rivoltelle-band-femminista-sud-italia

Iniziamo con le domande più personali… Siete femministe? Prima la lotta al sessismo o quella contro l’omofobia?

Se per femminismo intendiamo emancipazione e liberazione della donna e rivendicazione dei diritti civili, sociali e politici del genere femminile…decisamente sì. Lottiamo allo stesso modo e con la stessa forza contro i pregiudizi sessisti e omofobi e crediamo che vadano combattuti entrambi in modo deciso e senza riserve.

Chi di voi è davvero lesbica ha fatto coming-out in famiglia? Vive o vivete il lesbismo, le relazioni e l’amore alla luce del sole calabro?

Abbiamo scelto da sempre di tutelare le nostre vite private e di vivere la nostra sessualità liberamente ma in una dimensione intima e personale. Non abbiamo mai ritenuto necessario dichiarare i nostri gusti o le nostre preferenze sessuali.

A che livello di sessismo e omotransfobia è Rossano secondo voi, rispetto a Cosenza? E rispetto al resto dell’Italia? Vi sembra che le persone non etero vivano o reprimano la propria identità sessuale e/o il proprio orientamento?

Più ci si allontana dal centro e più si fa fatica a metabolizzare alcuni concetti e a liberarsi da preconcetti e pregiudizi. Credo sia una questione culturale che poco ha a che vedere con il sud ma che riguardi piuttosto un tipo di crescita che può essere aiutata e alimentata da una dimensione e da un respiro universale che è più facile avere in una grande città. Siamo comunque dell’idea che sia difficile per le persone non etero vivere apertamente e liberamente la propria identità sessuale in una piccola provincia.

Infine, leggendo il vostro comunicato non abbiamo potuto fare a meno di notare che i plurali sono tutti al maschile, tendenza che si sta un po’ invertendo forse negli ultimi mesi, specie dopo le elezioni di due sindache donne a Roma e Torino per le quali il quesito è stato se farsi chiamare “sindaco” o “sindaca”. Che cosa ne pensate voi del sessismo nella nostra lingua e quanto, secondo voi, è importante il linguaggio per abbattere il patriarcato?

Amo molto la lingua italiana e credo sia giusto che il linguaggio, fonte principale della comunicazione, sia rispettoso del genere femminile e maschile e che quindi smetta di tramandare pregiudizi negativi nei confronti delle donne.

Concludiamo questa bella intervista con “Taglia 38“, il manifesto rock dove Le Rivoltelle denunciavano i problemi dell’anoressia e della bulimia, temi sui quali si sono spese per molto tempo. Il videoclip è ispirato alla vicenda di Mariafrancesca Garritano (presente nel video), la cosentina licenziata dal Teatro La Scala dov’era ballerina solista, per aver avuto il coraggio di denunciare il dilagare dell’anoressia nel mondo della danza.

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Giovanni Di Colere 3.8.16 - 22:02

Di sicuro in vacanza o per turismo io non ci vado da quelle parti i miei soldi non li vedono

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