In Queer. Storia culturale della comunità LGBT+, nel capitolo dedicato alla percezione culturale della comunità LGBT+ negli anni Trenta, Maya De Leo scrive che l’insediamento di Hitler ha subito portato con sé una serie di misure censorie e intimidatorie nei confronti della popolazione queer. Ancor prima che la tragedia si concretizzasse in quel dramma che sono state le deportazioni, i campi di concentramento e i forni crematori, il leader del Terzo Reich ha instillato nelle arterie d’Europa i feroci prodromi di quello che verrà: dapprima mettendo al bando locali notturni associati al malcostume e poi vietando di fatto ogni forma di aggregazione queer. Nella giornata di oggi, in cui commemoriamo tutte le vittime del nazifascismo, vogliamo scrostare il ricordo intorno all’omocausto, riportare alla luce tutti i corpi queer che sono stati travolti dai rastrellamenti, tutte le storie che hanno perso la voce. Ecco cinque libri per iniziare a comprendere la pagina più nera della nostra Storia:
1) Addio a Berlino, Cristopher Isherwood, Adelphi
Già a partire dal titolo, Addio a Berlino di Cristopher Isherwood esprime la necessità e il disagio della fuga, la corsa verso la salvezza e la consapevolezza di vivere in un campo minato. Tutti e sei gli episodi che compongono il testo, infatti, raccontano le vicende di alcuni personaggi immersi nello spirito della Germania prenazista. Tra questi, Peter e Otto, una giovane coppia di omosessuali, costretti ad assistere alle violenze militari nei confronti della comunità LGBT+ europea. Facile scorgere nei profili di questi protagonisti il volto dello stesso Isherwood, che dopo aver osservato da vicino le prime prevaricazioni naziste scappa da Berlino, consegnando qualche anno più tardi alla Hogarth Press (la casa editrice di Virginia e Leonard Woolf) questo testo tragico e bellissimo.
2) In Italia sono tutti maschi, Luca De Santis e Sara Colaone, Oblomov
È il 1938 quando l’Italia fascista promulga le sue leggi razziali che, a differenza di quelle di Norimberga, non fanno alcun riferimento alla popolazione omosessuale. In Italia, nell’Italia del Super Uomo e del tiranno-patriarca, gli omosessuali non esistono. L’omosessualità è una macchia sulla virilità del paese, una minaccia all’immagine immacolata del maschio mediterraneo potente e armato. Gli omosessuali spariscono dai censimenti, dalle retoriche e dalla legislazione, ma nel silenzio generale vengono mandati al confino. In Italia sono tutti i maschi, il graphic novel pluritradotto e pluripremiato di Luca De Santis e Sara Colaone, mette le radici in queste vicende e racconta la storia di Antonio Angelicola detto “Ninella” e dei suoi compagni di esilio, spediti da Mussolini sull’Isola di San Domino, nell’arcipelago delle Tremiti.
3) Gli occhiali d’oro – Giorgio Bassani, Feltrinelli
Nello stesso periodo è ambientato anche Gli occhiali d’oro, tra i romanzi più amati del ferrarese Giorgio Bassani, che qui racconta la storia di due solitudini intrecciate, di un’emarginazione comune e nascosta dietro all’opulenza di una Ferrara ancora inconsapevole di essere sull’orlo del precipizio e alla vigilia della tragedia scatenata dalle leggi razziali. A narrare in prima persona è un adolescente, che concentra il suo sguardo sulle vicende di Athos Fadigati, otorinolaringoiatra di chiara fama, appassionato di lettere e cinema. La sua vita precipita in fretta, la stima nei suoi confronti si trasforma presto in scherno e chiacchiericcio. Ferrara inizia a parlare, dice che Fadigati pare avere un guasto, pare essere fallato, impreciso, difettoso. Ferrara parla e dice che Fadigati è un pederasta e allora inizia l’incubo, soprattutto quando nasce l’amore – solido e intimidito – per il giovane Deliliers, soprattutto quando i venti del nazismo iniziano a soffiare sempre più impetuosi verso l’Italia. Se al cinema avete amato Il signore delle formiche di Gianni Amelio, allora non rimarrete indifferenti a questa storia.
4) Gli uomini con il triangolo rosa, Heinz Heger, Sonda
Una testimonianza come quella di Heinz Heger non può non essere presa in considerazione in una giornata così importante, che abbisogna anche di voci come questa, voci ferite, sopravvissute a fatica, sofferenti. Per riaccostare le maglie della memoria e non dimenticare mai serve anche affidarsi alle deposizioni di chi c’è stato ed è sopravvissuto, di chi si è salvato. Heinz Heger, deportato nei campi di concentramento di Sachsenhausen e di Flossenbürg, racconta la miseria dei rastrellamenti e la vergogna del triangolo rosa. Tra lavori forzati, torture, paure e alleanze con il nemico, Heger si è salvato. Questa è la sua storia.
5) Il nemico dell’uomo nuovo, Lorenzo Benadusi, Feltrinelli
Tra gli obiettivi e gli strumenti del fascismo, lo sappiamo, c’è anche la costruzione di un’identità nazionale nuova, un’identità fortemente connotata sessualmente, un’identità radicalmente virile, maschia più che maschile. Il fascismo vuole cancellare l’uomo liberale, l’antifascista con le sue presunte mollezze, per lasciare spazio all’uomo nuovo, quello convintamente fascista, il militare capace di lottare per la patria e la famiglia. Vien da sé, dunque, che l’omosessuale è un intralcio al disegno mussoliniano, è l’imprevisto da far rientrare, l’errore da correggere. In Il nemico dell’uomo nuovo Lorenzo Benadusi copre un vuoto storiografico e fa il punto sulla storia dell’omosessualità negli anni del fascismo facendo ricorso a fonti e materiali spesso inediti.
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