PERICOLO ZONE PROIBITE. 3) LA GIAMAICA

Incredibile ondata di violenza. Da Roma parte il tour Sos Jamaica per denunciare la politica liberticida nel paese caraibico, dove anche i gay vengono discriminati, perseguitati e uccisi.

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Partirà il 7 dicembre dal Villaggio Globale di Roma il tour di SOS Jamaica, l’iniziativa organizzata dall’Associazione Stand Up for Jamaica e dalla trasmissione More Fire! di RadioOndaRossa col patrocinio di Amnesty International per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’incredibile ondata di violenza che sta insanguinando la patria di Bob Marley e del movimento reggae.

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E proprio la musica reggae la farà da padrona a SOS Jamaica: a partire dal 7 dicembre, un pullman carico di artisti (ci sono i Lion Heart, Mimmo Superbass, Lampadread, Carlo Pistacchi, Fabrizio Root’n Culture, Sego, ecc.) attraverserà la penisola, esibendosi in decine di centri sociali e luoghi di spettacolo, fino all’ultimo appuntamento previsto a Osoppo il 30 giugno 2002 per la nona edizione del Rototom Sunsplash, il più grande raduno reggae italiano.

In ognuna delle città verranno presentate varie iniziative, come concerti, proiezioni di film, consegna di materiale informativo, con lo scopo di denunciare l’allucinante situazione di un paese, la Giamaica, a torto considerato patria della libertà. Nel paese caraibico, al contrario, il governo sta da tempo attuando una politica liberticida, che dà largo spazio a omicidi e violenze (la Giamaica col Brasile detiene il primato di morti ammazzati ogni anno) anche ad opera delle forze dell’ordine, e che, non di rado, colpiscono direttamente gli omosessuali. Le cronache giamaicane riportano troppo spesso episodi di violenza omofoba: all’inizio di quest’anno, parecchi studenti dell’Università Caraibica Settentrionale a Mandeville sono stati attaccati e percossi perché sospettati di comportamenti omosessuali. Lo scorso anno un uomo, sospettato di essere gay, è stato ucciso sui gradini di una chiesa di Kingston. E persino nelle scuole superiori, gli studenti colpevoli di essere troppo effeminati sono vittime di aggressioni. "I ragazzi possono essere spietati – dice un anonimo preside – Io ho dovuto sia sospendere sia espellere degli studenti per aver brutalmente picchiato un altro compagno creduto omosessuale".

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Esiste, in Giamaica, una radicata cultura maschilista e omofoba, che confina il fenomeno dell’omosessualità negli angusti margini della clandestinità. Gli omosessuali stanno così diventando sempre più l’obiettivo di crimini violenti, e spaventati, spesso non sporgono denuncia contro i loro aggressori, per timore di dover venire allo scoperto. E’ questo, secondo molti difensori dei diritti umani, il risultato della natura omofoba della società giamaicana, dove la diffamazione degli omosessuali è sempre stata la norma.

Anche la polizia è consapevole degli attacchi perpetrati ai danni dei gay, ma segnala che spesso non si hanno sufficienti prove per procedere. Alcuni mesi fa, a St. Catherine, alcuni agenti di polizia hanno dovuto salvare due uomini che stavano per essere uccisi da un gruppo di cittadini inferociti: pare che fossero stati sorpresi mentre facevano sesso orale sul sedile posteriore dell’auto. Anche i prostituti che esercitano per le strade, specialmente a Montego Bay e Negril, sono spesso aggrediti da "teppisti anti-gay", a volte picchiati selvaggiamente al punto da dover essere ricoverati in ospedale. E non c’è molto che la polizia possa fare se non vengono sporte denunce.

Anche se il codice in Giamaica non fa mai esplicitamente riferimento all’omosessualità, la Legge sui Reati contro la Persona proibisce "gli atti di esplicita indecenza", intendendo con questo gli atti osceni in luogo pubblico, e la sezione 76 di quella legge contempla il reato di "sodomia", definito come rapporto anale tra un uomo e una donna o tra due uomini, senza che sia necessario che vi sia uso della forza o negazione del consenso, per il quale è prevista una pena fino a dieci anni di carcere. In realtà, queste norme vengono liberamente interpretate per perseguire chi commetta atti omosessuali: Clayton Morgan, presidente dell’ordine degli avvocati di Cornwall, assicura che "in tutta la mia carriera di avvocato, non riesco a ricordare un solo caso di un uomo e una donna che abbiano fatto sesso anale consensuale e siano stati processati per sodomia. Queste leggi normalmente autorizzano solo la discriminazione contro gli uomini gay".

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Filarie Sobers, attivista dei diritti umani e avvocato, è d’accordo: "L’Inghilterra ha recentemente cambiato le leggi in cinque delle sue colonie britanniche, c’è una tendenza globale a decriminalizzare l’omosessualità". In effetti, alcuni mesi fa, la Gran Bretagna ha abrogato alcune leggi in cinque territori caraibici, dopo che i legislatori avevano rifiutato di intervenire, decriminalizzando gli atti omosessuali tra adulti consenzienti in Anguilla, Isole Cayman, Isole Vergini britanniche, Montserrat e Turks e Caicos. Ma la Giamaica non ci sente. Il rifiuto del governo giamaicano di abrogare le leggi contro l’omosessualità sta rendendo inefficaci anche gli sforzi delle autorità sanitarie per contenere e controllare l’epidemia di Aids che in Giamaica sta sviluppandosi esponenzialmente. E le cose sono ulteriormente complicate, secondo i medici, dalla intolleranza diffusa nel paese, sia nella comunità religiosa che altrove, che costringe i gay all’emarginazione o alla clausura. "Ufficialmente, le statistiche affermano che il sei percento degli omosessuali o bisessuali hanno l’Aids – spiega Boris Bloomfield, portavoce per il programma di prevenzione Hiv del ministero della sanità – Ma le cifre dicono anche che il 60% degli infettati è eterosessuale e l’8% delle infezioni sono da madre a figlio. Ciò che preoccupa, quindi, è il blocco del 25% che è indeterminato e che pensiamo potrebbe essere conteggiato nelle statistiche degli omosessuali/bisessuali".

Ma, nonostante le preoccupazioni delle autorità sanitarie, il governo non sembra voler metter mano alle leggi sull’omosessualità. Il Primo Ministro P. J. Patterson l’anno scorso durante un congresso del People’s National Party (PNP) a Kingston, ha dichiarato che sotto il suo governo non ci sarà l’abrogazione delle leggi sull’omosessualità. Il premier pochi mesi fa è anche inorridito quando, durante una trasmissione radiofonica dal vivo gli è stato chiesto di dichiarare la propria sessualità alla nazione: "Le mie credenziali come persona da sempre eterosessuale sono impeccabili – ha detto sollevando le sopracciglia – Chiunque cerchi di dire altrimenti, sta non solo diffamando ma anche incorrendo in un abuso volgare".

Di non diverso tenore le posizioni che si registrano tra chi non è al potere: il leader dell’opposizione Edward Sega, sin dalla campagna elettorale del 1997 ha ringhiato che nessuno potrebbe cantare per lui "Boom Bye Bye", una canzone anti-gay resa popolare dall’artista reggae Buju Banton, mentre ha usato un’altra canzone dal sapore omofobo durante un incontro ufficiale del suo partito.

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La dott.ssa Aileen Boxhill, direttrice della riforma legale del Ministero della Sicurezza Sociale e della Giustizia ha detto che considerando il presente clima nel paese, dove l’omofobia rimane alta, sembra altamente improbabile che possano essere presto approvate leggi che rendano legale l’omosessualità. E Elizabeth Hall, attivista dei diritti umani del gruppo di Montego Bay di Jamaican for Justice, afferma polemicamente che in Giamaica oggi un molestatore di bambini ha più diritti di un omosessuale.

Il Parlamento giamaicano sta discutendo sui cambiamenti da apportare alla Costituzione, in un processo che potrebbe portare all’inclusione di nuovi diritti tra quelli da garantire ai cittadini del paese. Attualmente la Costituzione vieta la discriminazione in base alla razza, al luogo di origine, alle opinioni politiche, al colore o al credo. Il Jamaica Forum for Lesbians, All-Sexuals and Gays (J-FLAG) la principale organizzazione gay del paese, che ha denunciato la situazione dei gay anche sui giornali, ha avanzato una proposta per includere l’orientamento sessuale: se questa mossa avesse successo, potrebbe portare all’incostuzionalità delle leggi sulla sodomia che potrebbero così essere facilmente abrogate, come è già accaduto in Sud Africa e in Ecuador. Ma sul fatto che tale provvedimento possa essere accettato dall’opinione pubblica, visto il clima che si respira in Giamaica, c’è poco da sperare.

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