I leader di Lega e Fratelli d’Italia, rispettivamente Matteo Salvini e Giorgia Meloni, lasciano da parte i migranti per parlare di famiglia. E lo faranno a settembre, dal palco del prossimo Family Day. Parola de Il Foglio. Lo scopo è quello di ottenere i voti dei cattolici, oltre che consolidare l’appoggio dei conservatori che già li votano, attaccando di conseguenza il ddl Zan, che a settembre riprenderà i lavori in aula.
Negando le libertà e le tutele a una minoranza, in questo cosa la comunità LGBT italiana, dovremo sorbirci nuovi attacchi da parte dei partecipanti al Family Day. Attacchi dai quali nemmeno la legge contro l’omotransfobia potrà risparmiarci, per garantire la libertà di espressione. La loro.
La critica di Mario Adinolfi sul Family Day?
Strano ma vero, Mario Adinolfi, leader del gruppo politico Popolo della Famiglia, non ha accolto con piacere questa notizia.
Seppur contro il governo Conte II e la legge contro l’omofobia proposta dal deputato del Pd Alessandro Zan, Adinolfi si trova a difendere il Family Day da due persone interessate solamente ai voti e alla leadership interna al centro-destra unito. E proprio a questo punto arriva la sua critica: sfruttare un evento sulla famiglia, o meglio un evento basato sull’offendere migliaia di famiglie arcobaleno non considerandole vere famiglie, per crescere nei sondaggi.
Ma non è finita qui, perché Mario Adinolfi spinge per organizzare una mobilitazione che richiami sia i partiti politici che le forze sociali, in modo che “apra il fronte della contraddizione all’interno della maggioranza”. Tutto questo per cosa? Per impedire che ragazzi gay, ragazze lesbiche o persone transessuali vengano insultate o addirittura picchiate. Perché proibire questo, punire questi crimini, potrebbe ledere la loro possibilità di offenderci e discriminarci, gratuitamente e senza ripercussioni.
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