Sotterrato da 1017 emendamenti, il DDL Zan ha iniziato il proprio percorso disseminato di mine politiche in Commissione Giustizia, con l’obiettivo dichiarato di arrivare alla Camera dei Deputati il 27 luglio. Ma come ci arriverà quel testo base già di suo compromesso storico pur di agguantare una legge attesa 30 anni? La novità del giorno si chiama “clausola salva idee”, riuscita nell’impresa di andare incontro ad un accordo clamorosamente bipartisan, tra maggioranza e opposizione. Lega, Fratelli d’Italia, Italia Viva e Partito Democratico. Questo si legge nell’emendamento.
Non costituiscono discriminazione, né istigazione alla discriminazione ai sensi dell’articolo 604-bis del codice penale, come modificato dalla presente legge, la libera espressione e manifestazione di convincimenti od opinioni riconducibili al pluralismo delle idee, purché non istighino all’odio o alla violenza e siano conformi ai principi costituzionali, laddove esse siano espressione di finalità accademiche, artistiche o scientifiche o di interesse pubblico, nonché integrino commenti, su questioni di interesse pubblico, espressione del genuino convincimento della persona che li esprime.
Peccato che, come più volte ampiamente ripetuto, all’interno del DDL Zan non ci sia alcun ‘reato di opinione’. Questo DDL, così faticosamente raggiunto, già di suo assicura la libertà di pensiero, diritto garantito dall’art 21 della costituzione. E allora perché inserire una clausola in una legge ordinaria per tutelare questa libertà? A domandarselo, e ad attaccare duramente l’ultima trovata politica del giorno, Cathy La Torre, candidata sindaca di Bologna.
Perché, mi chiedo, non si è avvertita questa necessità quando è stata approvata la legge Mancino che sanziona i reati qualificati dalla discriminazione per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi? Forse si studiava di più la costituzione. Se si volesse così ragionare, allora la prossima volta che verrà emanata una legge penale che preveda degli anni di carcere si dovrà inserire una clausola che ribadisca che in Italia la libertà personale è inviolabile (art 13 della costituzione). Ma a quel punto che senso avrebbe avere una carta costituzionale, in cui sono cristallizzati i capisaldi del nostro vivere insieme? A questo aggiungiamo che c’è una giurisprudenza costituzionale ha spiegato in centinaia di sentenze quale sia il concetto di libertà di espressione e i limiti che può eventualmente subire. Ribadisco, la proposta di legge contro l’omolesbobitransfobia non pone ALCUN limite alla libertà di espressione e pensiero. Mira invece a sanzionare le discriminazioni e l’istigazione all’odio nei confronti delle persone gay, lesbiche, bisex, transgender. Perché la politica ha così paura di questa legge? Perché taluna politica vuol forse tutelare il “diritto ad offenderci”? Chiunque potrà continuare a dire che l’omosessualità non la condivide, che le famiglie omogenitoriali non le approva. Questa è libertà di pensiero e nessuno la tocca. Quello che non si potrà più fare è discriminarci in quanto omosessuali o tranex, offenderci in quanto lesbiche o bisex. Perché va tutelato il diritto di molti di offenderci e non il nostro di NON essere offesi? Caro Parlamento, rispetta l’articolo 3 della nostra Costituzione e approva una legge utile ed efficace contro l’odio nei confronti di gay, lesbiche, bisex, trans. Tutto il resto è lana caprina e fuffa!
Parole più che condivisibili, con lo stesso Partito Democratico spaccato al suo interno. L’emendamento del deputato Pd del Piemonte Davide Gariglio non è infatti piaciuto al vicecapogruppo in consiglio comunale a Torino Chiara Foglietta, come riportato da LaRepubblica.
Ora io vorrei chiedere a Gariglio: cosa intende quando parla di genuino convincimento? Che posizioni incompatibili con una società libera, aperta e tollerante possono essere accettate per il solo fatto che una persona ne sia convinta? In questi giorni ho seguito le vicende della proposta di legge Zan, che integra nella legge Mancino il genere, l’orientamento sessuale e l’identità di genere e che vuole sanzionare gesti e azioni violenti di stampo omotransfobico e misogino. Una legge giusta, di civiltà, che va sostenuta senza se e senza ma. Penso che si stia giocando pericolosamente con le parole per giustificare forme di arretratezza culturale, ed è ancora più grave che ciò venga proposto da un esponente del Partito Democratico, il mio partito. Sono fermamente convinta che questa proposta di legge, per essere efficace, non debba in alcun modo lasciare spazio a posizioni morbide. Come insegna il paradosso della tolleranza, una società è tale solo se prende posizioni chiare contro l’intolleranza.
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a questa avvocato rispondo con la sua stessa domanda. xchè sentite il bisogno di una legge AD PERSONAM quandoTUTTI gli individui sono tutelati contro la violenza?
l'odio e il disprezzo sono sentimenti,x cui il significato delle parole acquisisce un valore in base al tono con cui le si esprime.tanto è che , anche parole innocenti possono diventare offensive se le esprimo con tono caricato x questo fine.
Con tutto il rispetto per la Senatrice Cirinnà che tanto s'è adoperata per noi , la " legge Zan " rischia ( e tutte le premesse ci sono ) di essere un altro papocchio incompleto ed insoddisfacente per raggiungere lo scopo preciso di parità ed uguaglianza. Se io scrivo Giudeo o Negro , non esprimo una mia opinione , non uso questi termini per scopi di studio , ma trasudo solo disprezzo .