Cosa è il Pride?

Il Pride, originariamente noto come Gay Pride, è molto più di una semplice celebrazione: rappresenta un movimento globale che promuove la visibilità, la rappresentazione e l’inclusione della comunità LGBTQIA+ (Lesbiche, Gay, Bisessuali, Transgender, Queer più altri orientamenti sessuali e identità di genere). Questa manifestazione, che si svolge annualmente in tutto il mondo, mette in risalto l’orgoglio, la fierezza e la bellezza di essere sé stessə, opponendosi a qualsiasi forma di violenza e stigma sociale contro le persone con orientamento sessuale e identità di genere non conformi a ciò che la società eterocisnormativa impone. 

Il Pride, da oltre 50 anni, si tiene nel mese di giugno durante il cosiddetto Pride Month, ovvero un periodo dedicato alla riflessione sui diritti civili, sulla sessualità, sul genere sessuale e su tutto ciò che riguarda la sfera ampia degli orientamenti sessuali e identità di genere, che NON devono essere soppressi, ma vissuti appieno. 

Il momento clou del “Mese del Pride” è la parata del Pride, che si svolge lungo le strade delle città, solitamente un sabato o una domenica in maniera ravvicinata o in concomitanza del 28 giugno, giornata mondiale dell’orgoglio LGBTQIA+, data simbolo che trae origine storica dai moti di Stonewall, che qui di seguito approfondiremo. 

Negli ultimi anni, tuttavia, molti comitati organizzatori del Pride organizzano anche in mesi differenti, non necessariamente durante il Pride Month, per far capire che la lotta, le battaglie per i diritti civili delle persone LGBTQIA+ non devono essere confinate soltanto ad un mese dell’anno. 

Il Pride nasce, quindi, da una storia di resistenza e protesta contro le ingiustizie e le discriminazioni subite dalla comunità. Vediamo, qui di seguito, in che modo. 

Quando è nato il Pride?

Le origini del Pride risalgono ai moti di Stonewall del 28 giugno 1969 a New York. La notte in cui la polizia fece irruzione al bar gay Stonewall Inn, nel Greenwich Village, segnò un punto di svolta storico. Queste retate erano abituali e miravano a schiacciare la comunità LGBTQ+ del quartiere, ma quella notte fu differente. L’atmosfera era carica di tensione, con un sentimento antiautoritario del 1968, la guerra del Vietnam, il black power, e anni di vessazioni e ricatti​​ e, non meno importante, la perdita recente di una figura iconica per la comunità gay, Judy Garland

La ribellione fu guidata da figure chiave come la drag queen Marsha P. Johnson, la persona transgender Sylvia Rivera e la lesbica Stormé DeLarverie. Si sviluppò una battaglia sotto le luci dei lampioni, con un corteo di drag queen che si oppose alle forze speciali della polizia, marcando la fine di un’epoca e l’inizio di un’altra​​​​. Questi eventi furono il catalizzatore per un cambiamento radicale, con la comunità LGBTQ+ che entrò nei grandi moti di quegli anni come protagonista​​.

Conseguenze Globali dei Moti di Stonewall

La rivolta di Stonewall ebbe un impatto enorme. Gli avventori e gli astanti si ribellarono contro le forze dell’ordine, e ciò contribuì a dare il via al moderno movimento per i diritti civili LGBTQ+. Negli anni successivi, gli attivisti LGBTQ+ degli USA hanno fatto pressione per un’ampia espansione dei loro diritti legali, culminando nel giugno 2015 con la storica sentenza della Corte Suprema degli USA che garantì alle coppie dello stesso sesso il diritto di sposarsi​​.

Prima di queste conquiste, le persone LGBTQ+ erano state vittime di sanzioni sociali e vessazioni legali a causa del loro orientamento sessuale. L’omosessualità, ad esempio, è stata classificata clinicamente come un disturbo mentale fino al 1990 (anno in cui l’OMS ha derubricato definitivamente l’omosessualità dall’elenco delle malattie mentali), e la maggior parte degli Stati degli USA seguiva leggi discriminatorie​​.

Nel 1969, la città di New York ospitava una vasta popolazione LGBTQ+ e una fiorente vita notturna gay, con i gay bar che rappresentavano rari luoghi di apertura. Gli attivisti di quel periodo avevano fatto pressione sulle autorità statali per modificare le politiche contro il rilascio di licenze per gli alcolici ai bar gay, spingendo i proprietari a rivolgersi a una clientela gay per profitto​​.

Dopo la rivolta, anche i residenti del Greenwich Village si unirono a coloro che già protestavano contro la discriminazione della comunità LGBTQ+. “Non saremmo mai tornati indietro“, ricorda Michael Fader, testimone dell’irruzione. 

Nel 1970, un anno dopo la rivolta, gli attivisti guidati da Craig Rodwell commemorarono l’anniversario con il primo Gay Pride, allora chiamato Christopher Street Liberation Day​​.

Decenni dopo, gli eventi di Stonewall sono ancora visti come un punto di svolta rivoluzionario che ha acceso il movimento per i diritti della comunità queer e garantito un riconoscimento ampio dei diritti civili LGBTQ negli Stati Uniti e nel mondo. 

E in Italia? Quando fu il primo Pride? Qual è la storia del movimento LGBTQ+ nella nostra penisola? 

La storia del Pride in Italia inizia con le prime mobilitazioni della comunità LGBT+ nel 1972, quando gli attivisti interruppero un convegno a Sanremo che proponeva terapie per “curare” l’omosessualità. Diversi osservatori la definiscono la “prima Stonewall italiana”.

La prima marcia significativa avvenne a Pisa nel 1979, in seguito all’omicidio di Dario Taddei, un omosessuale ucciso per il suo orientamento sessuale. Questo evento è spesso considerato come il primo Pride non ufficiale in Italia.

Il primo Pride ufficiale si tenne a Roma il 2 luglio 1994, organizzato dal Circolo di cultura omosessuale Mario Mieli e Arcigay. Questo evento segnò una svolta per la visibilità e i diritti della comunità LGBTQ+ in Italia, radunando oltre diecimila partecipanti.

Nei successivi anni ’90, il movimento Pride si espanse in altre città italiane, crescendo in partecipazione e importanza, nonostante le sfide e le tensioni politiche e sociali. 

Dal 2013 in poi nacque l’ Onda Pride. Dopo le precedenti edizioni dei Pride Nazionali, questo progetto è frutto della volontà congiunta delle varie realtà associative italiane di creare una rete unitaria. Questo movimento mira a coinvolgere istituzioni e cittadinanza, inclusi amici, familiari e vicini, in un’azione collettiva volta a promuovere diritti, uguaglianza e visibilità per tutte le persone, indipendentemente dall’orientamento sessuale e dall’identità di genere. È l’epilogo di una lotta che dura da oltre cinquant’anni, per costruire un mondo dove nessuno sia escluso o discriminato per il proprio modo di essere, vivere e amare.

Per scoprire di più sulla storia del movimento LGBTQ+ italiano ti invitiamo all’ascolto del podcast “Le Radici dell’Orgoglio sulle principali piattaforme di streaming audio: il podcast racconta i cinquant’anni di storia del movimento LGBTQ+ in Italia, dal 1971 ad oggi. 

Possono partecipare tuttə al Pride?

Il Pride è una manifestazione pubblica aperta a tutte le persone, indipendentemente dal loro orientamento sessuale e identità di genere. Questo include anche le persone eterosessuali e cisgender, ovvero coloro che si identificano con il sesso biologico assegnato alla nascita. Il sostegno degli “straight ally” (alleati) è cruciale nella lotta al pregiudizio e allo stigma nei confronti delle persone LGBTQIA+. La presenza e il supporto degli alleati al Pride sottolineano l’importanza dell’unità e della solidarietà nella promozione dell’uguaglianza e dei diritti per tuttə.

É la tua prima volta al Pride? Ecco qualche consiglio per viverlo al meglio

Partecipare per la prima volta al Pride può suscitare una serie di emozioni, che spaziano dalla curiosità, all’ansia, in alcune persone anche inutili paure e timori. 

Noi di Gay.it abbiamo scritto una breve guida per rispondere ai dubbi più comuni da parte di chi vorrebbe vivere per la prima volta l’esperienza del Pride, come per esempio quelli relativi al dress code e alle cose assolutamente da portare che, per la loro semplicità, potrebbero sorprendere. Risposte confortanti anche a riguardo delle possibili foto da parte dei giornalisti e delle preoccupazioni a riguardo di chi potrebbe vederti sfilare. 

Sono solitamente più di venti le parate del Pride nelle diverse città italiane in cui la comunità LGBTQIA+ italiana scenderà nelle piazze e nelle strade. Una comunità che oggi chiede diritti egualitari, dato che ancora non si è vista legalizzare il matrimonio egualitario, aggiornare quella vecchia legge 164 del 1982 in materia di rettificazione di attribuzione di sesso e che ancora non ha accesso a determinate tutele, come quelle per i figli delle famiglie arcobaleno.

Quali saranno i Pride in Italia a breve? 

La nostra redazione copre ogni anno tutte le notizie riguardanti gli eventi e le parate dei Pride in Italia. Qui sotto troverai le date confermate dell’Onda Pride 2024. Ma trovi anche una pagina apposta con tutte le date aggiornate in tempo reale: 

 

(foto di copertina Norbu GYACHUNG )

Approfondisci