Turchia, Erdogan torna ad attaccare le persone LGBTQIA+: “Una minaccia per la famiglia tradizionale”

"Non possiamo permettere a nessuno di contaminare la sacra famiglia”.

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Non passa giorno in cui il presidente turco Recep Tayyip Erdogan non espliciti tutto il proprio odio nei confronti della comunità LGBTQIA+, alimentando violenze verbali, fisiche e discriminazione. Da poco rieletto, Erdogan ha tenuto ieri un discorso in difesa della famiglia tradizionale, definendo la comunità LGBTQIA+ come una delle “più grandi minacce” del nostro tempo.

A detta di Erdoğan l’istituzione familiare in Turchia si starebbe indebolendo, con il Paese bisognoso di “una popolazione molto più numerosa”. Sebbene il presidente non abbia spiegato perché la popolazione turca di 85 milioni di abitanti non sarebbe a suo dire sufficiente, ha comunque sottolineato ciò che a suo avviso starebbe ostacolando la crescita del Paese. Le persone e la presunta ideologia LGBTQIA+.

Erdoğan ha contestato le politiche legate al genere, definendoli “sforzi globali di non genere”, a suo dire “tendenze devianti” che “prendono di mira direttamente l’istituzione della famiglia”.

La famiglia è sacra nella nostra fede e nella nostra cultura. La religione e la morale si imparano nelle famiglie”, ha proseguito, mettendo in guardia da “ogni tentativo di indebolire l’istituzione familiare”. Tentativi che vedrebbero la comunità LGBTQIA+ in prima fila.

 

“L’Alleanza popolare non accetta le persone LGBT. Lasciamo che lo abbia l’opposizione di Nation Alliance, loro possono usarle come vogliono. Non possiamo permettere a nessuno di contaminare la sacra famiglia”.

Sebbene l’omosessualità sia legale in Turchia dal 1800, le persone LGBTQIA+ sono sempre più vittime di molestie e abusi, sia da parte dei concittadini che da parte del governo.

Erdogan è stato rieletto Presidente lo scorso maggio, dopo aver dichiarato che il paese avrebbe “strangolato chiunque osi toccare la famiglia”. Soltanto poche settimane dopo il dittatore è tornato sull’argomento, annunciando che la Turchia avrebbe preso ogni  possibile misura per combattere la perversione LGBTIQ+“.

Nell’agosto 2023 la Turchia ha censurato i contenuti LGBTIQ+ diffusi da piattaforme digitali quali Disney, Netflix e Prime, mentre l’ultimo Istanbul Pride di giugno 2023 ha visto decine di manifestanti LGBTIQ+ arrestati dalle forze dell’ordine. Stresso clima qualche settimana prima al Trans Pride, anch’esso bollato come “minaccia alla famiglia” e per questo furono arrestate 8 persone transgender che manifestavano. Più recentemente è stato censurato termini il video dell’associazione Kaos GL che promuoveva la lotta all’omobitransfobia (guarda il VIDEO >), con tanto di minacce di morte agli organizzatori.

Quest’anno IGLA-Europe ha classificato la Turchia tra le nazioni meno LGBTQIA+ friendly tra tutte le 49 nazioni europee elencate nella sua Rainbow Map and Index. Alla Turchia è stato assegnato un misero 4% in classifica, con un penultimo posto.

Nel 2032 l’Italia organizzerà gli Europei di Calcio proprio insieme alla Turchia di Recep Tayyip Erdogan.

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