Come annunciato nelle scorse settimane, il testo della legge contro l’omotransfobia, misoginia e abìlismo è stato ripresentato in Senato. Depositato, per ora, a poco più di sei mesi dalla tagliola che a Palazzo Madama aveva frenato il DDL, obbligandolo ad uno stop di 180 giorni. In conferenza stampa il segretario Pd Enrico Letta, Simona Flavia Malpezzi, Monica Cirinnà e Alessandro Zan hanno motivato questo ritorno in Senato con un testo identico a quello precedente, approvato alla Camera ma fermato dall’altro ramo del Parlamento. Nel farlo hanno anche lanciato le imminenti Agorà del Pd, che da nord a sud affronteranno proprio il tema dei diritti civili.
“Quell’applauso di scherno, liberatorio, è impresso nella nostra memoria“, ha ricordato il segretario Pd Enrico Letta in riferimento ai senatori di centrodestra che esultarono al cospetto del sì alla tagliola. “Oggi vogliamo annunciare che la battaglia da noi politicamente mai abbandonata riprende con il deposito del DDL Zan nella sua versione originale. Il nostro obiettivo non è una bandiera, ma arrivare ad una legge che sia in grado di raggiungere l’obiettivo principale, ovvero difendere dai crimini d’odio”. “Essere di nuovo in Parlamento significa anche essere aperti ad una discussione con le altre parti politiche che abbiano voglia di arrivare ad una conclusione positiva. Crediamo che sia possibile e anche doveroso approvarlo entro la fine della legislatura. Sarebbe una sconfitta per il Paese se non portassimo a termine l’approvazione del DDL entro la fine della legislatura. Vogliamo arrivare ad una maggioranza che possa votare il DDL Zan con eventuali modifiche, che siano comunque in grado di mantenere tutto ciò che è fondamentale e importante”.
Letta ha rimarcato la distanza tra quei senatori che hanno stoppato il DDL Zan e la maggioranza degli italiani, che sondaggi alla mano sono favorevoli ad una sua approvazione, per poi lanciare le 3 specifiche Agorà aperte a tutti coloro che credono in questa legge. Il 14 maggio a Milano, il 21 maggio a Palermo e il 28 maggio a Padova. A detta del segretario Pd, qualcosa sarebbe cambiato rispetto allo stop in Senato dello scorso ottobre.
“Riteniamo che questo provvedimento vada oltre le logiche di maggioranza. Offriamo a tutto il Parlamento la possibilità di recuperare una ferita inferta al Paese dal Senato. Per noi il campo dei diritti è prioritario, fondamentale. Rispetto a sei mesi fa è cambiato il fatto che in quel momento c’è stato un precipitare della situazione che ha portato molti a non capire l’effetto che quel voto avrebbe avuto. Spero che oggi ci sia una maggiore disponibilità, non mettiamo ultimatum. Non ci muoviamo in una logica di sfida, ma di offerta a questo Senato”.
Va detto, che in 10 mesi appena di legislatura bisognerebbe passare il voto al Senato e anche alla Camera, con tempi sempre più stringenti e complicati da gestire.
“Ripartiamo con l’iter del testo Zan perché il tema dei diritto è fondativo, valoriale, per il Partito democratico, i diritti sono il futuro del partito democratico“, ha precisato Monica Cirinnà, madrina delle unioni civili. “Sullo Zan faremo di tutto nonostante questa brutta e strana maggioranza. Faremo una legge per tuti per proteggere dai crimini di odio”. “La comunità trans è la più colpita e la più discriminata, ha bisogno di protezione”. “Per noi ottenere una legge è fondamentale. La riproponiamo così come è uscita dalla Camera perché per noi quello era un testo di mediazione buono, e anche perché speriamo in un miracolo. Chi l’ha già votata alla Camera potrebbe ripensarci e rivotarla in Senato, in modo tale che la 3a possibile lettura alla Camera vada più veloce”.
“Non abbiamo dimenticato l’occasione persa per dare al Paese una legge contro i crimini di odio“, ha rilanciato la senatrice Simona Flavia Malpezzi. “Per questo, abbiamo deciso di ripresentare al Senato il ddl Zan e siamo aperti al confronto con tutte le forze politiche che, come noi, vogliono approvare una legge di civiltà. Sono, soprattutto, i più giovani a chiedere una risposta alla politica. Abbiamo il dovere di farlo. Siamo convinti che tutto si possa tenere insieme, dall’impegno per stare vicini alle famiglie e alle imprese, al tema dei diritti. Teniamo insieme tutto perché fa parte del dna del Partito Democratico“.
“Il Parlamento, in questi ultimi mesi di legislatura, dimostri che l’Italia sta dalla parte dell’Occidente dei diritti, della democrazia e della libertà“, ha concluso Alessandro Zan. “Questa è una legge completa che si occupa delle diverse forme di violenza e discriminazione. Finché c’è legislatura c’è speranza. Una legge contro i crimini d’odio esiste in tutta Europa tranne che in Italia, Ungheria e Polonia e l’Italia non può diventare l’Ungheria di Orban“.
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