Il 30 ottobre del 1981 la Norvegia diventava il primo Paese del mondo a bandire completamente la discriminazione contro gli omosessuali, rettificando il paragrafo 349a del Codice Penale. Contemporaneamente venne rettificato anche il paragrafo 135a del Codice Penale, vietando così i discorsi che incitano all’odio basato anche sull’orientamento sessuale.
La legge contro l’omotransfobia norvegese compie quindi 40 anni di vita. Mentre in Italia 154 senatori della Repubblica affossavano il DDL Zan nascondendosi dietro il voto segreto, per poi festeggiare tra i banchi di palazzo Madama come se fossero allo stadio Olimpico, arriva dalla Scandinavia l’anniversario più amaro per la comunità LGBT tricolore. D’altronde i diritti LGBT, in Norvegia, sono stati acquisiti da decenni.
Le unioni civili divennero realtà nel 1993 (secondo Paese al mondo dopo la Danimarca, nel 1989), mentre il matrimonio egualitario nel 2009. La legge norvegese consente inoltre a tutte le coppie sposate di adottare bambini, così come l’adozione di un eventuale figlio del partner. Per le coppie composte da due donne, è possibile l’inseminazione artificiale. Unica legge a mancare, quella sulla gestazione per altri per le coppie formate da due uomini.
Una realtà al limite dalla fantascienza, se vista dall’Italia in cui esistono solo le unioni civili, e senza stepchild adoption al suo interno.
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Qui si parla di Paesi civili , mica del Vatikanistan! Quanto vorrei sputare in un occhio del Card Bassetti!