“La Russa offende tutte le vittime di violenza”, Schlein ha una domanda per Meloni, che ha tre guai grossi

Dal caso Santanché a La Russa Jr passando per Delmastro e Donzelli, la segretaria del Partito Democratico interpella la Presidente del Consiglio.

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la russa meloni schlein
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Elly Schlein non le manda a dire a Giorgia Meloni, da giorni rintanata in silenzio mentre l’attualità politica si intreccia alle tempeste giudiziarie che assediano i vertici di Fratelli d’Italia.

La segretaria del Partito Democratico parte all’attacco dal palco di Testate (Estate Testaccio). Intervistata da Chiara Valerio, Schlein ha una domanda chiara: dov’è Giorgia Meloni?

Schlein si riferisce al no-comment dietro al quale la Presidente del Consiglio si è finora nascosta rispetto alle strette giudiziarie che toccano Daniela Santanché, Ministra del Turismo, Ignazio La Russa, Presidente del Senato e fondatore di Fratelli d’Italia, e Andrea Delmastro Delle Vedove sottosegretario alla Giustizia.

La vicenda Santanché e Visibilia

Daniela Santanché è indagata per bancarotta e falso in bilancio. La vicenda riguarda l’azienda Visibilia e nella catena di acquisizioni e vendite societarie oggetto di un’inchiesta giornalistica di Report, e ora – si apprende – di un’indagine della magistratura, appare in qualità di avvocato, e non indagato, anche Ignazio La Russa.

Ignazio La Russa e la gestione della vicenda legata ai problemi giudiziari di suo figlio Leonardo Apache La Russa

Lo stesso Ignazio La Russa è travolto dalla vicenda legata al presunto abuso sessuale del quale una ragazza di Milano ha accusato suo figlio Leonardo Apache La Russa: una vicenda ancora tutta da accertare, ma sulla quale il Presidente del Senato ha ampiamente abusato del proprio ruolo istituzionale, annunciando di aver addirittura egli stesso interrogato il proprio figlio e di essere certo della sua innocenza. La Russa ha anche insinuato una velenosa calunnia nei confronti della ragazza, sottolineando il fatto che la stessa, per sua ammissione, assumesse cocaina e che la denuncia è stata fatta “soltanto” 40 giorni dopo il presunto stupro. Stupro che, se confermato, vedrebbe coinvolto anche un secondo ragazzo, di nome N., che è anche il dj del locale dove la ragazza e La Russa Jr si erano incontrati. Oltre a Leonardo Apache La Russa, anche il dj N. avrebbe abusato della ragazza nella casa del Presidente del Senato. (La vicenda che N. sia dj del locale è tutta da verificare, che fosse presente una terza persona di nome N. È ad ora confermato – aggiornamento del 10.7.23 ore 8.35 ndr) Ignazio La Russa potrebbe essere ascoltato come testimone, avendo visto al mattino la ragazza nel letto di suo figlio.

Una vicenda delicatissima, sulla quale sarebbe stato consigliabile il silenzio. Ma Ignazio La Russa, forte del suo ruolo di seconda carica dello Stato, ha pronunciato parole forti, che inevitabilmente impongono alla società tutta, media inclusi, di entrare nei particolari della presunta violenza sessuale che si sarebbe consumata in casa sua. Un’accusa di violenza, è bene ricordare, che è attualmente oggetto di indagine da parte della magistratura.

 

Delmastro e la riforma della giustizia di Nordio

Andrea Delmastro Delle Vedove, sottosegretario alla Giustizia e uomo fidatissimo di Giorgia Meloni, ha ricevuto un’imputazione coatta: nonostante la procura avesse desistito dall’imputazione, il giudice ha optato comunque per il rinvio a giudizio di Delmastro per rivelazione di segreto d’ufficio in relazione al caso Cospito, l’anarchico detenuto al 41 bis. Si ricorderà la questione nata tra Delmastro e Donzelli, che condividevano un appartamento a Roma: Delmastro rivelò questioni importanti al suo coinquilino e compagno di partito, informazioni che avrebbe dovuto mantenere riservate e grazie alle quali invece Donzelli fece un tristemente noto intervento parlamentare, in cui insinuava contiguità tra le opposizioni e gli anarchici che ricevevano visite in carcere proprio dai partiti di opposizione. La vicenda è riemersa come un cappio alla gola del Governo Meloni perché il ministro Nordio si era ostinato a difendere Delmastro, dicendo che quelle informazioni non erano riservate, mentre poi si è accertato che lo fossero. Ulteriori polemiche derivano dal fatto che nella riforma della giustizia prevista da Nordio e dalla destra, in fase preliminare si renderebbe impossibilitato il giudice a ribaltare il parere della procura (secondo le opposizioni si tratterebbe di una sorta di salva-Delmastro, da vari giuristi definito un obbrobrio giuridico).

 

Su questi tre spunti, Elly Schlein si è pubblicamente chiesta quanto segue:

“Soprattutto vorrei sapere dov’è Giorgia Meloni e perché non esce dal suo silenzio e non si assume le sue responsabilità. Che cosa ne pensa di un presidente del Senato che avalla l’idea che le donne che denunciano più tardi non meritano di essere credute? Che cosa pensa della ministra Santanchè che ha affermato pubblicamente in aula di non essere indagata quando risulta invece essere indagata? Che cosa pensa di un ministro Nordio che ha detto che delle informazioni rivelate da Delmastro non erano riservate quando si scopre che invece erano riservate? Stanno passando il segno”

Incalzata da Chiara Valerio, che la sollecita sul senso dello Stato dimostrato (o non) dal Presidente del Senato, Schlein ha stigmatizzato l’impianto fortemente patriarcale del ragionamento pubblicamente espresso da Ignazio La Russa.

“Al di là delle responsabilità del figlio di La Russa, che sarà la magistratura a chiarire, trovo davvero disgustoso che la seconda carica dello Stato dica parole che tentano di colpevolizzare la vittima, anzi tentano di fare quel che si chiama vittimizzazione secondaria, tentano cioè di far passare l’idea che la credibilità di una denuncia di violenza dipenda da quanto tempo è passato da quando è successo il fatto. Che vuol dire ignorare completamente quanto sia difficile per una vittima denunciare e sono parole che quando pronunciate da un’istituzione avvallano il pregiudizio sessista e patriarcale. Sono parole che fanno un danno culturale molto al di là del caso specifico che La Russa commentava. Sono parole che noi non possiamo accettare e non possiamo tollerare.
Per altro la settimana prossima sarà votata dal Parlamento Europeo una direttiva sulla violenza, dove si dice chiaramente che il sesso senza consenso è sempre un crimine, è sempre un reato. E si chiede agli stati di far sì che una denuncia possa essere fatta fino a vent’anni dopo il fatto. Non 40 giorni (come nel caso La Russa Jr), ma 20 anni.
Mettere in discussione questo (il tempo trascorso tra la violenza e la denuncia ndr) è un pattern culturale molto preciso e molto pericoloso.
Molto grave che l’idea che una donna che abbia assunto alcol e/o sostanze stupefacenti determini automaticamente il suo consenso (ad atti sessuali ndr), queste sono parole inadeguate al ruolo di seconda carica dello Stato.
Ho trovato che le  parole di Ignazio La Russa offendessero tutte le vittime di violenza.”

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