Si è spenta all’età di 94 anni Margot Heuman, americana di origine tedesche sopravvissuta all’Olocausto. Lesbica dichiarata, è stata la prima donna ebrea riconosciuta come queer ad essere sopravvissuta ai campi di concentramento nazisti. Heuman è deceduta l’11 maggio in un ospedale di Green Valley, in Arizona. Lascia suo figlio, sua figlia, cinque nipoti e un pronipote.
Quando Heuman aveva dieci anni, lei e sua sorella minore furono espulse dalla scuola pubblica perché ebree. All’età di 14 anni, Heuman e la sua famiglia furono deportati a Theresienstadt, città situata in quella che oggi conosciamo come Repubblica Ceca, usata come “ghetto di transito” per gli ebrei in viaggio verso i campi di sterminio. Era il 1943. Secondo quanto riportato dal New York Times, Heuman era felice a Theresienstadt. Fu qui che si innamorò di una ragazza viennese di nome Dita Neumann. Solo un anno dopo, nel 1944, la famiglia di Heuman venne mandata ad Auschwitz, dopo che suo padre fu sorpreso a rubare del cibo. L’amata Neumann e la sua famiglia furono mandati nel medesimo campo di sterminio un mese dopo.
I parenti più stretti di Heuman, ovvero suo padre, sua madre e la sorella minore, sono morti all’interno del campo di concentramento, mentre sia Margot che Dita sono sopravvissute, spostandosi di campo in campo, fino alla fine della guerra. Heuman confessò in seguito che fu il loro amore a tenerle in vita. Successivamente, nel 1992, Margot rivelò di aver condiviso tutto con Dita.
“In tutti questi anni, dopo Auschwitz, non ho mai mangiato niente senza dividerlo con lei, non importa quanto fossi affamata. E lei ha fatto lo stesso con me, e penso che se non fosse stato per lei, non sarei viva e non credo che neanche lei sarebbe viva, se non fosse stato per la nostra relazione. Anche a causa della mia… cura per un altro essere umano, in qualche modo non abbiamo mai perso la nostra dignità e siamo rimaste delle persone”.
Heuman e Neumann erano insieme nel campo di Bergen-Belsen in Germania, quando fu liberato dalle forze britanniche il 15 aprile 1945. 60.000 prigionieri nel campo furono trovati ancora vivi, la maggior parte dei quali gravemente malati, secondo quanto riportato dallo United States Holocaust Memorial Museo. Neumann fu spedita in Inghilterra, mentre Heuman finì a Stoccolma. Margot si trasferì in seguito negli Stati Uniti e sposò Charles Mendelson nel 1952. La coppia ha avuto due figli e ha divorziato nel 1976.
Più tardi, Heuman decise di fare coming out con i propri cari, inclusi suo figlio, sua figlia e sua nuora. Per tutta la vita rimase amica molto intima di Neumann, che divenne infermiera e sposò un medico in Canada. Heuman era al fianco di Neumann quando quest’ultima è morta di cancro, nel 2011. La dottoressa Anna Hajkova, professoressa associata all’Università di Warwick, ha sottolineato al New York Times come Heuman sia stata una dei rari sopravvissuti all’Olocausto in grado di “portare una testimonianza” legata alle sue esperienze omosessuali nei campi di concentramento. Per molto tempo Heuman ha definito il suo legame con Neumann come una semplice e forte amicizia, per poi definirlo in seguito un “legame romantico“, dopo aver incontrato la dottoressa Hajkova, specializzata in storia omosessuale. Incredibile ma vero, quasi nessuna delle 52.000 interviste con sopravvissuti ebrei negli archivi della Fondazione Shoah “parla del desiderio omosessuale”.
La storia di Margot Heuman sarà inclusa nel prossimo libro della dottoressa Hajkova Quartet: Sexuality, Queer Desire and the Holocaust. La sua storia è diventata anche documentario intitolato The Amazing Life of Margot Heuman, mostrato per la prima volta al Brighton Fringe Festival del 2021.
Una simile storia di sopravvivenza all’interno di un campo di concentramento è stata raccontata in Nelly e Nadine, documentario presentato all’ultimo Lovers Festival di Torino.
Fonte: PinkNews
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