Presentato all’ultima Berlinale, Nelly & Nadine di Magnus Gertten è approdato al 37esimo Lovers Film Festival, raccontando la sua incredibile storia vera che trasuda amore e resilienza.
Nelly & Nadine è l’incredibile e improbabile love story tra due donne che si innamorano la vigilia di Natale del 1944, nel campo di concentramento di Ravensbrück. Successivamente separate negli ultimi mesi di guerra, Nelly e Nadine riescono entrambe a salvarsi, senza sapere nulla l’una dell’altra fino al 1947, quando si ritrovano, per poi trascorrere il resto della loro vita insieme.
Il regista Magnus Gertten è partito da un cinegiornale realizzato nel 1945, che mostrava centinaia di donne arrivare a Malmö, in Svezia, dai campi di concentramento nazista. Tra questi volti, scavati, sofferenti ma sorridenti perché tornati a vivere, spicca quello misterioso e androgino di Nadine Hwang. Gertten si chiede chi sia quella donna tanto criptica e fascinosa, cosa possa raccontare la sua storia. Scava a fondo, approfondisce e scopre un mondo segreto grazie a Sylvie Bianchi, nipote di Nelly che in soffitta trova un baule stracolmo di lettere d’amore, filmati, fotografie, che ritraggono sua nonna e Nadine insieme.
Ed è così che prende forma una storia d’amore commovente, in grado di superare l’orrore nazista, distanza e paure. Il materiale trovato da Sylvie è eccezionale, perché formato da Super8 che ricostruiscono la vita di Nelly & Nadine in Venezuela, tra quotidianità e privato di coppia. Le lettere d’amore scritte dalle due donne nel pieno della prigionia nazista sono struggenti, travolgenti, poetiche. Gertten apre lo scrigno dei ricordi regalandolo allo spettatore, provando a raccontare il passato di Nelly e Nadine, che a lungo hanno tenuto segreta la loro storia anche ad alcuni dei loro familiari più stretti.
Nata in Belgio e cantante lirica, Nelly Mousset-Vos venne arrestata perché considerata ‘spia’. Era in effetti un agente segreto. Spedita al campo di concentramento di Ravensbrück, con la propria voce di usignolo incantava le guardie, che piangevano al suo cospetto. Una sera, una donna le chiede di cantarle “Madame Butterfly”. Quella donna è Nadine. Da quel momento in poi nel cuore di entrambe non ci sarà altro che spazio per l’altra.
Per pura fortuna Gertten, che dal cinegiornale del 1945 precedentemente citato aveva già tratto due documentari, porta alla luce una storia che meritava di essere raccontata. Sylvie, nipote di Nelly, narra un amore che ha saputo resistere ad ogni immaginabile peripezia. Attraverso foto, filmati d’epoca e interviste agli amici delle due donne, un passato che sembrerebbe fatto apposta per diventare Cinema riprende vita sul grande schermo. “Riusciremo mai a vivere?“, chiedeva Nelly a Nadine in una delle tante lettere scritte all’amata dal campo di concentramento. Una vita successivamente vissuta insieme, sempre l’una al fianco dell’altra, fino all’ultimo dei giorni.
Voto: 7
Gay.it è anche su Whatsapp. Clicca qui per unirti alla community ed essere sempre aggiornato.