Si erano appena conosciuti, K. e F., rispettivamente di Milano e Fano, un paese del pesarese. Il primo incontro era stato in chat e poi la decisione di approfondire la conoscenza. F. invita K. a passare una settimana a casa sua, a Fano e lui accetta. Arriva lunedì 26 e il martedì decidono di andare in un locale di Pesaro a passare la serata. "Un locale non gay – precisano i due ragazzi al telefono con Gay.it -. Abbiamo bevuto e ballato e ci siamo anche baciati, ma nessuno, dentro il locale ci ha detto niente o si è dimostrato infastidito. Poi siamo usciti dal locale, ci siamo appartati lì vicino e abbiamo continuato a baciarci, ma senza esagerare". Per strada, però, a differenza che dentro il locale, qualcuno non ha gradito le effusioni di K. e F. Tre persone, due ragazzi e una ragazza, si avvicinano ai due e lei urla che K. le ha messo le mani in mezzo alle gambe e l’ha molestata. Parte l’aggressione. I due spingono F. per terra mentre la ragazza colpisce K. con una bottiglia rotta ferendolo al volto.
"Quando mi sono rialzato – racconta F. – i due maschi picchiavano il mio amico: uno lo teneva e l’altro lo colpiva a pugni. E mentre ci picchiavano urlavano cose come ‘Forcio di merda’ o ‘Sei una checca, non ti meriti che questo’ e cose del genere". Quando ne hanno avuto abbastanza, se ne sono andati. Molti i testimoni, tra clienti del locale dove K. e F. erano appena stati, i passanti e i buttafuori, ma nessuno ha mosso un dito per difenderli, né per aiutarli dopo l’aggressione. Qualcuno, si è limitato a chiamare l’ambulanza ei carabinieri. "Abbiamo dovuto aiutarci a vicenda – racconta ancora F. -. Ci dicevano tutti che avevamo ragione noi, che non c’entravamo nulla con la rissa, ma nessuno ha fatto niente".
K. è il più malconcio dei due: in ospedale gli hanno dato 20 giorni di prognosi per la rottura del setto nasale e perché si rimarginino le ferite che ha in volto alcune delle quali hanno richiesto punti di sutura. I colpi subiti dal morale e dall’orgoglio dei due, probabilmente, ci metteranno molto di più a guarire.
I ragazzi, adesso, sono seguiti dal circolo Arcigay Agorà di Pesaro e dall’avvocato Gabriella Caliandro del Foro di Fermo e della Rete Lenford.
"Giovedì verrà depositata la querela contro ignoti presso la Procura di Pesaro per denunciare i fatti e dare il via alle indagini preliminari – spiega l’avvocato Caliandro a Gay.it -. I carabinieri, in realtà, sono già intervenuti chiamati, pare dalla sicurezza del locale. Ma noi intendiamo andare fino in fondo e procedere anche per le ingiurie subite dai due ragazzi. Come hanno raccontato loro stessi, infatti, gli aggressori hanno usato la parola ‘gay’ e vari sinonimi in modo denigratorio".
Il primo passo, adesso, è l’identificazione degli aggressori. "La violenza è stata talmente veloce e concitata che le due vittime non sono riuscite a identificare i tre – continua l’avvocato -. K. e F. sono rimasti in stato confusionale e sotto shock per diversi giorni. All’arrivo dell’ambulanza e dei carabinieri sul posto, alcuni presenti si sono detti disposti a testimoniare, ma il tutto si è concluso lì. Ci rivolgiamo quindi a chiunque avesse informazioni utili o fosse a conoscenza di dettagli e particolari che possano aiutare a identificare gli aggressori perché contattino il circolo Arcigay Agorà di Pesaro chiamando i numeri 333 3581782 (presidenza) e 328 7064302 (vicepresidenza)".
Un brutto episodio che si aggiunge ad altri verificatisi a Pesaro nell’ultimo periodo, dal voto contrario del Pd al registro delle unioni di fatto (casualmente avvenuto lo stesso giorno dell’aggressione), al rifiuto di far cantare il coro gay Komos all’interno di un festival cittadino, alla bocciatura di un ordine del giorno contro l’omofobia.
"Pesaro non è una città omofoba – dice F. – nonostante quello che è successo. E’ una città aperta e ospitale, ma c’è una mentalità radicata in alcune fette della popolazione che fa fatica ad essere estirpata e che permette che accadano cose del genere".
"Abbiamo un’ottima legge regionale contro le discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e l’identità di genere – aggiunge l’avvocato Caliandro -. E’ poco conosciuta, ma andrebbe valorizzata e utilizzata nelmigliore dei modi per combattere il pregiudizio, che è la cosa fondamentale. Un plauso va ad Arcigay, che in questa circostanza si è mobilitata immediatamente, nonostante il periodo estivo, fornendo ai ragazzi tutto il supporto necessario a dimostrazione che l’associazione c’è".
"Si mette in discussione il nostro diritto ad esprimere liberamente, come fa qualsiasi coppia eterosessuale, la nostra affettività – ha dichiarato Alessio De Giorgi direttore di Gay.it -. Quello che vogliamo è potere vivere i nostri affetti pubblicamente, con gli stessi limiti ai quali si deve attenere qualsiasi altra coppia". "Non credo sia un caso che questa vicenda sia avvenuta a poche ore dal voto contrario all’istituzione del registro delle coppie di fatto espresso dal Pd in consiglio comunale. Il rispetto nei confronti dei diversi orientamentisesuali passa anche da momenti come questo. Il primo responsabile è il sindaco, insiema al gruppo consiliare del Pd di Pesaro" conclude de Giorgi che del Pd è stato membro dell’assemblea nazionale
di Caterina Coppola
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