Un’aggressione lesbofobica è stata denunciata sabato 24 luglio dall’attore e portavoce di Gay Center Pietro Turano, che in una story su Instagram ha scritto:
«Come quasi ogni venerdì, ieri notte, ero alla Gay Street di Roma, in pieno centro di fronte al Colosseo. Un amico mi chiama preoccupato: arrivo da lui e trovo una ragazza della mia età dentro un’ambulanza, piena di tagli e sangue sul viso e su entrambe le gambe. Purtroppo, non mi hanno lasciato avvicinare e ho potuto parlare solo con la sua fidanzata: la ragazza si era allontanata da sola per cercare un bagno e dal racconto che emerge due ragazzi, lamentandosi presuntuosamente del fatto che lei “guardasse le ragazze”, l’avrebbero aggredita e riempita di tagli sul viso e sulle gambe con un coltellino. Ovviamente le ho offerto il sostento legale di Gay Help Line qualora ne avesse bisogno, come di quello psicologico”».
Pietro Turano ha proseguito scrivendo: “La politica intanto immobile. Al massimo ascolta chi ci odia e i giochetti a cui stiamo assistendo dal parlamento alimentano questo clima di odio violento. Da che parte stanno le istituzioni? Bisogna avere il coraggio di dire che questo atteggiamento sta facendo assumere a questa classe politica il ruolo di mandante morale di tutto quello che sta accadendo alla nostra comunità, nelle nostre città”
Non è la prima volta che la “Gay street” è luogo di attacchi omobilesbotransfobici. Nel 2008 il locale Coming out di via San Giovanni in Laterano fu incendiato. L’anno successivo fu lanciata una bomba carta verso alcune persone che transitavano in questa strada.
Ormai quotidianamente assistiamo a violenze nei confronti della comunità LGBTQ+ e, nonostante questo, l’approvazione del DDL Zan continua a slittare.
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