Arcilesbica, chi l’avrebbe mai detto, ha criticato il DDL Zan per l’utilizzo della definizione ‘identità di genere‘. Il DDL, infatti, si propone proprio di combattere e prevenire violenze e discriminazioni basate su “sesso, genere, orientamento sessuale” e per l’appunto “identità di genere”, ampliando la già esistente Legge Mancino. “Perché vuole usare l’espressione identità di genere invece che transessualità?“, hanno polemicamente domandato da Arcilesbica al deputato Pd. “L’espressione identità di genere danneggia i diritti delle donne: è un fatto dimostrato, non un timore. Scrivere “identità di genere” infatti permette a chiunque di autocertificarsi con un sesso diverso da quello con cui è nato. Un uomo può dichiararsi donna, una donna può dichiararsi uomo, a prescindere dalla realtà del corpo“. Un attacco in perfetto stile J.K. Rowling, che vede Arcilesbica oramai sempre più distante dal movimento LGBT nazionale, con tanto di raccolta firme ufficiale affinché l’ARCI la espelli per “violazione dello statuto con posizioni transfobiche”.
Intervistato da Il Manifesto, il relatore Alessandro Zan ha così replicato ad Arcilesbica: “Il mondo del femminismo è vastissimo e tante intellettuali si sono espresse a favore della legge. Quella di «identità di genere» è una definizione consolidata nel nostro ordinamento. È presente anche nelle sentenze della Corte costituzionale una delle quali nel 2015 ha sancito il diritto di ciascuna persona a vivere la propria identità di genere. Ricondurre tutto alla questione ideologica trovo che sia un’involuzione del dibattito. Perché le donne, e anche le donne trans non vengono picchiate per il loro sesso biologico bensì per il loro ruolo di genere. E poi l’identità di genere è una definizione contenuta nella convenzione di Istanbul”.
Dalle pagine de LaRepubblica, Zan ha inoltre sottolineato come l’utilizzo del termine “transessualità” al posto di “identità di genere” finirebbe per non tutelare le persone trans non operate. Ma “non è vero“, ha ribattuto Sara Rinaudo da Arcilesbica. “Chi accede al percorso di transizione è tutelato/a, perché transessuale non è solo chi ha completato la transizione, ma anche chi la inizia! L’on. Zan dica se ha in mente chi non vuole nessun percorso di transizione ma, in nome dell’identità di genere, vuole sentirsi trattare a tutti gli effetti come donna anche se maschio (e come uomo anche se femmina). Questo non è accettabile”.
Al dibattito ha preso parte anche Vladimir Luxuria, su Twitter, che ha sottolineato come “Identitè di Genere” sia “una definizione usata nel linguaggio giuridico internazionale: la possibilità che qualcuno possa non identificarsi completamente o parzialmente nel sesso biologico; siamo corpo, mente e cuore”.
Proprio Alessandro Zan ha premiato Vladimir Luxuria, ieri sera nel corso della serata inaugurale del Padova Pride Village, in quanto ‘persona LGBT+ dell’anno‘.
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