Una settimana fa Silvia Sardone festeggiava la caduta del DDL Zan in senato con una criticatissima immagine social, che mostrava il deputato Pd Alessandro Zan con un alone viola attorno al volto. Impossibile non collegare il tutto al devastante spot anni ’90 sull’AIDS, che ha contribuito a disinformare gli italiani e ad ampliare lo stigma nei confronti delle persone sieropositive.
Passata una settimana Alessandro Zan ha deciso di procedere per vie legali contro l’eurodeputata della Lega nonché consigliere comunale a Milano, finita al centro dell’inchiesta di Fanpage per i suoi legami con ambienti neofascisti.
Sui suoi profili social ha pubblicato questa foto che mi ritrae con l’alone viola, lo stesso delle pubblicità degli anni ‘90 che alimentavano lo stigma contro le persone sieropositive come “malati”, creando una discriminazione odiosa e infondata che ancora esiste. Questa è la stessa Lega che ha applaudito in Senato come allo stadio e con cui alcuni ci chiedevano di mediare sulla pelle delle persone.
Sardone aveva cancellato il post con l’orribile fotomontaggio dopo le polemiche esplose sui social, per poi ripubblicare l’immagine priva di alone viola, ma senza mai chiedere scusa. Ora dovrà risponderne in tribunale. Con 3.580 preferenze ottenute alle ultime elezioni amministrative, Sardone è stata riconfermata in consiglio comunale con la fascia di “candidato più votato della coalizione di centro destra“.
Lo spot sull’HIV/AIDS, che rientrava nell’ambito delle cosiddette “pubblicità progresso”, venne commissionato nel 1990 dal Ministero della Sanità. “Aids: se lo conosci lo eviti, se lo conosci non ti uccide”, recitava il claim dell’epoca, con un bianco e nero accompagnato da una musica inquietante puntualmente interrotto da quell’alone viola che improvvisamente avvolgeva le persone dopo aver fatto “sesso occasionale”.
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Scrivo e riscrivo che coloro che CI dileggiano , offendono e disprezzano vanno colpiti , come Tina Lagostena Bassi diceva per i ” machisti”, nel portafogli ; è l’unico punto sensibile che hanno!