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Una piazza colma di persone, distanziate e con mascherine, per dire basta all’omotransfobia e alla misoginia. Piazza della Scala a Milano era oggi piena di persone che chiedevano al parlamento italiano di fare in fretta, perché non c’è più tempo da perdere dinanzi alla violenza e alla discriminazione che quotidianamente colpiscono decine e decine di persone LGBT, da nord a sud, isole comprese.
Sul palco della manifestazione è salito anche Alessandro Zan, deputato Pd nonché relatore della legge contro l’omotransfobia che ha voluto ribadire la necessità di questo DDL, dal 20 ottobre di nuovo alla Camera.
Questa è una legge che protegge le persone più vulnerabili, è una legge di civiltà, protegge quelle persone bulizzate, discriminate, persino uccise per ciò che sono o per chi amano. Il nostro bellissimo articolo 3 della Costituzione, che sancisce come tutte le persone siano uguali davanti alla legge, dinanzi a questo articolo non ci possono essere esponenti politici come Salvini e Meloni che usino strumentalmente la nostra costituzione per dire che questa legge sia contro la libertà di espressione. Ma secondo, voi, Salvini e Meloni, la libertà di espressione vuol dire continuare a insultare, incitare all’odio, a discriminare le persone per quello che sono? Dico a Salvini e Meloni, basta, non vi permetteremo più di usare la nostra costituzione per continuare a discriminare e a fare oggetto di violenza delle persone alimentate dalla cultura dell’odio che voi continuate a diffondere in questo Paese. Abbiate un sussulto di dignità. Togliete le pregiudiziali di costituzionalità che avete presentato a voto segreto in parlamento per affossare la legge. Toglietele se avete un po’ di dignità. Non possiamo più tollerare che delle persone nel 2020 siano ancora discriminate e abbiano paura di tenersi mano per la mano in pubblico. Questa legge di civiltà è una legge contro l’odio perché l’odio genera altro odio. Non possiamo permetterci che questo Paese si imbarbarisca ancora di più. Vogliamo più inclusione, civiltà e rispetto. Diciamo a questa destra nazionalista e populista italiana di guardare ai Paesi pià avanzati. In Francia è stata la destra ad approvare una legge contro l’omotransfobia. Invece di guardare quei Paesi dell’est Europa arretrati, dove c’è un’omofobia di Stato. Qui si torna indietro, ai momenti più bui della nostra storia del secolo scorso. Non possiamo scivolare verso quella cultura. Dobbiamo avanzare e progredire verso una cultura più inclusiva. Questa non è una legge che tutela le minoranze. È una legge che serve ai più giovani che sono quotidianamente bullizzati, come se il bullismo fosse la normalità. È una legge che serve ai genitori, che hanno paura che i propri figli possano tornare a casa con una mandibola fracassata. Questa è una legge che serve a tutti i cittadini per vivere in un Paese migliore e per dare un futuro alle nuove generazioni. Ecco perché è importante anche il contenuto della legge che riguarda i centri antidiscriminazione, le case rifugio, che servono a dare protezione e sostegno alle vittime, a quei ragazzi cacciati di casa perché LGBT. Ma che Paese è quando i genitori cacciano di casa i propri figli?
Nel finale Alessandro Zan si è spinto oltre, affidandosi ad una mezza promessa. “Voglio lottare affinché l’anno prossimo, in occasione della giornata mondiale contro l’omotransfobia, questa legge sia effettivamente legge dello Stato. L’Italia non si merita questo, ma più amore e più inclusione“.
La Giornata internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia si celebra ogni 17 maggio.
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