ALOK è scrittorə, performer, interprete e oratorə internazionale. Come artista di tecnica mista, ALOK esplora i temi del trauma, dell’appartenenza e della condizione umana. Ha scritto Femme in Public (2017), Beyond the Gender Binary (2020) e Your Wound/My Garden (2021). Ha creato #DeGenderFashion: un movimento per le industrie della moda e della bellezza degender.
Negli ultimi dieci anni ha girato più di 40 paesi per portare la sua testimonianza sul gender nonconforming e sul superamento del binarismo e l’abbattimento della società patriarcale. È apparso su HBO The Trans List (2016) e Random Acts of Flyness (2018) e Netflix’s Getting Curious with JVN (2022) e Absolute Dominion (di prossima pubblicazione).
Lunedì 4 Luglio ALOK sarà a Milano, al Tempio del Futuro Perduto, qui i biglietti >
Con grande orgoglio, Gay.it ha intervistato ALOK. Ecco cosa ci ha raccontato.
Per coloro che non conoscono ancora ciò che fai, come descriveresti quello che porti al mondo?
Sono unə poetə e comicə, intentə a fare del mio meglio per terminare la crisi globale della solitudine. Sono profondamente preoccupatə per il fatto che viviamo in un mondo che ci valorizza solo per quello che dovremmo essere, e non per ciò che siamo veramente. Il mio lavoro è una lettera d’amore per l’umanità: quanto impacciatə, maldestrə e meravigliosə siamo in tutta la nostra complessità. Amo le persone LGBTQ più di quanto là fuori potrebbero mai odiare noi. Cerco di fare del mio meglio per creare degli spazi di guarigione all’interno del mio lavoro, dove le persone possono sentirsi libere.
Come descriveresti il percorso che hai intrapreso per essere la versione di te più autentica? Quali sono state le sfide? Quali sono le vittorie che ti hanno spintə ad andare avanti?
Crescendo non sapevo che fosse possibile vivere una vita non binaria. Pensavo che ci fossero solo due opzioni: uomo o donna. Dunque, mi è stata trasmessa una percezione di impossibilità, come se io non dovessi esistere. Quando ho finalmente conosciuto altre persone come me e ho imparato di più riguardo la nostra comunità, i più grandi ostacoli sono diventati le molestie e la violenza (persino dalla comunità LGBTQ stessa). Così tantə di noi hanno dovuto fare la scelta impossibile tra la sicurezza e l’autenticità. È ironico: le persone ci dicono di essere noi stessə, e quando facciamo proprio quello, ci dicono che è “troppo”, oppure “no, non così.”
Ciò che mi spinge ad andare avanti, è il mio amore profondo per le persone trans e gender nonconforming. Passo molto tempo a leggere riguardo la storia LGBTQ, e mi riempie di orgoglio imparare cose su figure storiche come Sylvia Rivera, che ha fatto partire il Pride coi Moti di Stonewall nel 1969, e Sylvester, la regina del disco degli anni 70. Sono gratə di essere parte della storia deə miə transenati (antenati trans). Voglio renderlə fierə.
C’è ancora molta riluttanza ad accettare coloro che non si conformano alle aspettative binarie di genere e di espressione personale. Perché pensi che sia così? E, cosa si potrebbe dire alle persone che rifiutano la mancanza di conformità al binarismo di genere?
È perché le persone crescono sentendosi dire che se sacrificano la loro individualità, se abbreviano la loro creatività, se compromettono la propria complessità seguendo il copione patriarcale delle norme binarie di genere, allora riceveranno amore e sicurezza. Ma quel senso di sicurezza non arriva mai in realtà – è una promessa falsa. Le persone sono in lutto per tutto ciò – anche se non ne sono consapevolə. E quel lutto viene reindirizzato a coloro che rifiutano di nascondersi e di barattare la loro anima per le norme di genere. Anziché essere indignatə per il sistema binario di genere che ferisce tuttə, loro prendono di mira noi. È più facile demonizzare noi, che fare i conti con il loro dolore.
Sempre più giovani stanno facendo coming out, identificandosi al di fuori del binarismo. È incredibile, ma non ancora facile da gestire in Italia, soprattutto considerando le tante strutture socioculturali che frenano progresso e sicurezza. Cosa diresti alle persone giovanə in Italia, che stanno facendo fatica ad essere sé stessə? (Che sia per motivi interiori – es. mancanza di autostima, odio internalizzato – o per ragioni esterne – es. mancanza di risorse, niente spazi sicuri)
Ad ogni livello la società rinforza l’idea che noi siamo sbagliatə e che la società starebbe molto meglio se noi non ci fossimo. Vorrei semplicemente dire che tu puoi permetterti di esistere. Tu puoi occupare spazio. Tu sei proprietariə del tuo corpo e puoi esprimerti alle tue condizioni. Tu puoi scegliere il tuo nome, i tuoi pronomi, e i tuoi vestiti. Tu conosci te stessə e ciò di cui hai bisogno più di chiunque altro. Sono profondamente dispiacitutə che le persone ti puniscano per la tua autoconsapevolezza. Ti prego di ricordarti che le proiezioni altrui, non sono la tua realtà.
Intervista di Lili Hartlep
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