Presidente emerito della Corte Costituzionale, Giuliano Amato ha ribadito quanto le associazioni LGBTQIA+ che lottano al fianco delle famiglie arcobaleno sostengono da mesi, ovvero che i figli con due mamme devono essere riconosciuti e legalmente registrati all’anagrafe.
Intervistato da Simonetta Fiori per LaRepubblica, l’85enne ex premier ha sottolineato come in base anche ai pronunciamenti più recenti da parte della Corte Costituzionale, “l’identità di un figlio deriva dalla sua vita familiare“. Ma nel caso della gestazione per altri, che il governo Meloni punta a tramutare in “reato universale”, “il genitore intenzionale può solo adottare, non riconoscere. Solo in questo modo rimane per la maternità surrogata quel disvalore che gli ha dato l’ordinamento riconoscendola come reato”.
Tutto cambia dinanzi all’ormai celebre caso della procura di Padova, che ha impugnato 33 registrazioni relative a figli con due mamme, che nulla hanno a che vedere con la GPA.
“In questo caso io personalmente non vedo ostacoli al riconoscimento della genitorialità piena anche della madre non biologica“, ha precisato Amato. “Quel bambino è il frutto della volontà di due donne, è stato cresciuto da entrambe, quindi può essere il figlio delle due madri. Perché non riconoscere questo diritto anche alla madre non biologica? Questo però la Corte Costituzionale non l’ha ancora detto. E la legge che vige in Italia sulla fecondazione artificiale autorizza l’eterologa solo per le coppie eterosessuali“.
Dinanzi ad una mancato intervento del parlamento, inevitabilmente sorge una differenziazione tra i figli di due donne e i figli di due donne, che Amato non considererebbe comunque “illegittimi, dal momento che possono essere adottati dai genitori intenzionali. Il punto è che l’adozione così come oggi è concepita è un congegno molto difettoso. E la Corte, che pure lo ha migliorato, ha ripetutamente invitato il Parlamento a intervenire, un appello finora rimasto inascoltato”. Amato ha anche replicato alla ministra Roccella, che aveva paventato una “sanatoria” per i figli delle coppie arcobaleno nati tramite GPA.
“I bambini non sono abusi edilizi, come già è stato detto. Ne va definito il trattamento più rispondente al loro interesse, nelle diverse situazioni. Punto”.
Parole che hanno scatenato ProVita, sempre più in prima linea in questa delirante guerra contro le famiglie arcobaleno e i diritti LGBTQIA+. Dopo aver minacciato fuoco e fiamme per i patrocini al Lazio Pride di Roma e Latina, prima concessi e successivamente ritirati dal presidente Rocca e dalla sindaca Matilde Celentano, Jacopo Coghe ha sparato a zero anche contro l’ex Giudice della Corte costituzionale della Repubblica italiana, oggi Presidente della Corte costituzionale.
“Pretendere un figlio a tutti i costi, violando il suo diritto ad avere e crescere con una mamma e un papà, è e sarà sempre sbagliato e in un Paese civile non potrà mai essere considerato costituzionale. Tanto l’utero in affitto quanto il commercio di gameti sono delle pretese di acquistare bambini calpestando i loro diritti“, ha tuonato Coghe, che ha definito “gravissime” le parole di Amato. “La Corte Costituzionale“, ha continuato il portavoce di ProVita, è “in preda ad una schizofrenia ideologica e lontana dalla realtà in merito a temi etici e sensibili”. “L’approccio di Amato” è “quello fazioso di una Consulta che, attualmente, vuole imporre al Parlamento l’agenda politica, violando la separazione dei poteri e la democrazia rappresentativa“.
In tutto questo marasma Lucio Malan, Presidente del Gruppo Fratelli d’Italia al Senato, non ha minimamente capito le parole di Giuliano Amato, cinguettando trionfante: “Sappiamo che per gran parte della sinistra “costituzionale” significa “corrisponde alla nostra ideologia”. Qui però lo dice un ex presidente della Corte Costituzionale…”.
Peccato che Amato abbia ribadito quanto lo stesso Pd sostiene da mesi, ovvero che c’è la necessità di un intervento parlamentare a sostegno delle famiglie arcobaleno, con la procura di Padova che ha evidentemente fatto il passo più lungo della gamba, andando a stralciare 33 famiglie che nulla hanno a che vedere con la gestazione per altri. Ma Malan, da 30 anni in Parlamento, ha capito tutt’altro…
Sappiamo che per gran parte della sinistra “costituzionale” significa “corrisponde alla nostra ideologia”. Qui però lo dice un ex presidente della Corte Costituzionale… (titolo di Repubblica) pic.twitter.com/LNzGUiVACv
— Lucio Malan (@LucioMalan) July 1, 2023
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