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Padova, 33 famiglie omogenitoriali cancellate dalla persecuzione del Governo Meloni

Un vuoto legislativo che vede responsabili tutte le forze politiche degli ultimi dieci anni, da destra a sinistra.

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La Procura di Padova ha eliminato 33 mamme dai certificati di nascita di 33 bambini, che ora hanno un solo genitore all’anagrafe. La decisione riguarda le registrazioni effettuate dal sindaco Sergio Giordani dal 2017 ad oggi e conferma che la persecuzione delle famiglie omogenitoriali messa in atto dalla maggioranza di destra e dal Governo Meloni continua inesorabile nel suo certosino annullamento della genitorialità omoaffettiva.

Dopo i molti casi di recenti annullamenti di registrazioni anagrafiche di famiglie arcobaleno, non era ancora mai successo che una procura andasse così indietro nel tempo. È la conferma che il meccanismo messo in atto dalla circolare del ministro Piantedosi, nella quale il Governo ha intimato a tribunali, sindaci e procure l’illegittimità delle registrazioni di famiglie omogenitoriali, è destinato a spazzare via tutti i nuclei familiari composti da coppie omosessuali in Italia.

I figli delle coppie omosessuali sono abbandonati al caos istituzionale, e questo grazie alla sentenza della Cassazione dello scorso Dicembre 2022, nella quale si indicava come unica soluzione quella dell’adozione speciale (stepchild adoption qui la guida >).

Si conferma così senza mezzi termini la volontà politica ed esecutiva di ribadire la non idoneità delle persone omosessuali ad essere genitori. Una non idoneità ideologica, brandita dalla destra attualmente maggioranza nel parlamento, grazie al vuoto legislativo che vede responsabili tutte le forze politiche degli ultimi dieci anni, da destra a sinistra.

A Padova il sostituto procuratore Valeria Sanzari ha sottolineato che la registrazione di due mamme sul certificato anagrafico di un bambino “va contro le leggi, e i pronunciamenti della Cassazione“.

La procura di Padova ha così formalmente richiesto la rettifica dei 33 atti di nascita di coppie di donne, inviando 33 raccomandate nelle quali si chiede al tribunale di cancellare il nome della madre non biologica e di rettificare il cognome attribuito ai figli.

Una mamma che si è vista per prima notificare dalla Procura l’impugnazione per la cancellazione e rettifica del nome della seconda mamma non biologica della figlia, registrata all’anagrafe come “secondo genitore”, ha dichiarato all’Ansa:

Non si tratta solo di ripercussioni sulla vita sociale. Ma ripercussioni sulla propria identità, fino a prova contraria un diritto fondamentale. Un trauma personale in una fase delicata dello sviluppo, per il fatto di non avere più un fratello ed una mamma.
Mi chiedo come possa un Tribunale di uno Stato che professa la tutela dei minori come una priorità, escludere che una bambina di 6 anni iscritta alla scuola primaria possa accusare un cambio di cognome, un fratello ed una mamma che nella forma smettono di essere famiglia. Sono queste le priorità del sistema giudiziario italiano?

Il testo della Procura invece esclude che la modifica del cognome possa avere ripercussioni sulla vita sociale di una bambina così giovane.

La strategia di annientamento delle famiglie omogenitoriali messa in atto dall’esecutivo Meloni prevede, oltre alla cancellazione dei genitori dai certificati anagrafici dei bambini, anche un nuovo disegno di legge che decreterà il reato universale per le coppie che fanno ricorso alla gestazione per altri all’estero.

Gestazione per altri che è già reato in Italia, grazie alla legge 40 che nel 2004 fu letteralmente “dettata” dal Vaticano all’allora Governo Berlusconi.

 

copertina: Foto di Annie Spratt su Unsplash

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