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Ancient Futures: la mostra che esplora e celebra i corpi transgender

La mostra dell’artista Lio Mehiel celebra in quattro capitoli la storia e la liberazione dei corpi transgender e marginalizzati.

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Ancient Futures
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In vista del 40esimo anniversario del Outfest Film Festival 2022 – ricorrenza dedicata esclusivamente al cinema LGBTQIA+ di Los Angeles – arriva Ancient Futures: dalla mente visionaria e sensibile di Lio Mehiel – regista, attore, e artista genderqueer di Puerto Rico (anche autore della serie tv We Crashed su Apple+ e Tales of The City su Netflix) – l’evento è una rassegna in tre parti incentrata sulle mille contraddizioni e sfumature dell’identità transgender attraverso video installazioni, gallerie fotografiche, e una serie di sculture selezionate dall’artista inglese Holly Sillius. Disponibile dal 15 al 24 Luglio, Ancient Futures ha l’obiettivo di riaffermare l’autodeterminazione e centralità di ogni corpo non conforme, mettendo al centro artist* e modell* trans tra cui Rain Valdez (di. Razor Tongue), l’attore Sydney Mae Diaz (della serie Genera+ion su HBOmax), ma anche i fotografi e artisti A.Klass e Lio Mehiel.

Lio Mehiel
Lio Mehiel

Ancient Futures sarà un viaggio in tre capitoli: il primo Purgatory prevede 14 minuti d’estratto dal corto Suspension, diretto e scritto da Dulcinee DeGuere. Il film, riprodotto dentro un vecchio televisore e ambientato in un motel isolato presso Route 66 , ripercorre la storia di Wolfie e del suo amante Angel, nel tentativo di perdonare e liberare i rispettivi corpi. Con riferimenti al mito di Adamo ed Eva e immerso tra le lande desolate dei deserti americani, e citando versi dal saggio “Desert Islands” di Gilles Deleuze, la storia volutamente non lineare segue i suoi personaggi in una costante lotta per riaffermare sé stess* al di fuori di un sistema claustrofobico e apocalittico.

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Ancient Futures

Il secondo capitolo della mostra si intitola Fruit Trees ed è una catartica immersione nella galleria fotografica di A. Klass con direzione di Lio Mehiel: la rassegna ambientata tra gli spettrali deserti del Mojave, rivive le contraddizioni del West americano, diventando una metafora per l’esperienza umana, in primis quella queer, trans, e BPOC. Lə modellə – tra cui Sydney Mae Diaz, A. Klass, Lio Mehiel, and Halo Rossetti – sono fotografato nudə tra spazi abbandonati e morenti, diventando un’espressione di cura e rinascita la desolazione del mondo circostante. Anche in questo capitolo, l’unione tra mondo queer e biblico si intersecano, dove lə 12 modellə diventano una re-interpretazione dei 12 apostoli, e ogni scatto rievoca l’immaginario religioso e al contempo sottolinea la cura reciproca tra persone LGBTQIA+.

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Ancient Futures (Fruit Trees)

Angels è il terzo e conclusivo capitolo della mostra: una serie di sculture che ripercorre le innumerevoli forme di più persone queer. Ogni opera ha l’obiettivo di evidenziare la storia di questi corpi, marginalizzati dall’alba dei tempi, ma sempre esisti. L’artista Lio Mehiel non vuole solo conservare la memoria di ogni identità nella storia, ma anche supportarne il contributo artistico: ogni modellə raffiguratə riceverà una porzione di profitto dalle vendite. L’intera mostra nasce dalla collaborazione tra Mehiel, l’artista multidisciplinare Holly Silius, e lə fotografə Kobe Wagstaff, intitolata Phantom Feel raffigurante una riproduzione del petto di Mehiel dopo la riassegnazione chirurgica. L’opera è stata acclamata dalle testate più prestigiose da The Art Newspaper a Variety fino all’esibizione artistica PATRIARCHY R.I.P di Nadya Tolokonnikova della band Pussy Riot.

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