Aosta Pride, il Tar boccia il ricorso della Lega contro il patrocinio del Comune

Smontata pezzo per pezzo la propaganda leghista.

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Un anno fa l’amministrazione comunale della Valle d’Aosta aveva erogato un contributo di circa 10.000 euro a sostegno dell’Aosta Pride e di tutti gli eventi connessi. La Lega Vda aveva chiesto l’annullamento del patrocinio, perché a loro dire “il regolamento comunale sui patrocini impedisce al Comune di Aosta di patrocinare eventi a carattere politico“. Il Tar della Valle d’Aosta ha ora smontato la tesi della Lega, dichiarando estinto e in parte respinto il ricorso.

«I valori di libertà, di uguaglianza e di solidarietà che l’Associazione si propone di perseguire mediante le attività di interesse generale» sono «astrattamente idonee ad escludere la sussistenza di reconditi fini di propaganda ideologica o elettorale che, secondo la prospettazione della parte ricorrente, sarebbero stati surrettiziamente perseguiti dal Comune con lo strumento del patrocinio, in luogo dei dichiarati fini di inclusione sociale, di solidarietà e di non discriminazione.»

Il collegio ha rigettato tutte le tesi esposte dall’avvocato Paolo Sammaritani, consigliere regionale e legale rappresentante della Lega Vda. La procedura svolta dal Comune di Aosta è risultata coerente e precisa sia dal punto di vista tecnico che di visione, sottolineando anche l’adesione alla Rete nazionale delle pubbliche amministrazioni anti discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere (Re.A.DY.) sin dal novembre 2020, con la quale il Comune di Aosta ha assunto in concreto il compito di individuare, diffondere e realizzare a livello locale le politiche di inclusione sociale e di non discriminazione in favore delle persone LGBTQIA+.

Rispetto alle ripetute accuse rivolte ad Arcigay Vda – non solo nel ricorso al Tar, ma anche, spesso, in Consiglio regionale – di essere un movimento politico a fini di propaganda, e che Aosta Pride fosse una manifestazione politica e non culturale, i giudici hanno smontato definitivamente la propaganda leghista, con parole estremamente precise: le contestazioni presentate (ovvero avere un “manifesto politico” del Pride, aver ottenuto l’adesione al manifesto di partiti e movimenti politici e aver spostato la data del Pride perché coincidente con le elezioni politiche) non sono infatti, secondo il Collegio «elementi idonei a trasformare un’attività di promozione di “politiche” sociali inclusive e non discriminatorie in attività politica in senso proprio».

Sempre secondo il Tar, Arcigay «non può essere neppure qualificata come organizzazione rappresentativa di categorie o di forze sociali, dal momento che la tutela dei diritti delle persone LGBTQIA+ rifugge da ogni categorizzazione sociale

Siamo molto soddisfatti della sentenza del Tar – ha dichiarato Giulio Gasperini, presidente di Queer Vda – perché seppur non ce ne dovrebbe essere bisogno, viene riconosciuto il ruolo delle associazioni che, come scritto negli atti, concorrono a determinare il funzionamento delle Istituzioni democratiche. Arcigay Valle d’Aosta Queer Vda assieme a tutto il Comitato Aosta Pride, lavora quotidianamente secondo i propri fini statutari e secondo la volontà di costruire una società che rifletta concretamente l’articolo 3 della nostra Costituzione“.

Gasperini ha pubblicamente voluto ringraziare il sindaco Nuti, l’assessora Forcellati, l’assessore Tedesco e il capo di gabinetto Molino, per l’impegno e la vicinanza dimostrati prima e dopo questo ricorso.

Sapere che la città è amministrata da persone che hanno a cuore la Comunità queer ci riempie di orgoglio“.

La brutta figura della Lega, la cui denuncia di un vizio nella concessione del patrocinio all’Aosta Pride è stata clamorosamente smentita dai giudici, è però emblematica: c’è un impegno martellante, una vera e propria ossessione delle forze politiche che compongono la maggioranza di questo Governo per ostacolare le vite e le pratiche della comunità LGBTQIA+. I Pride stanno portando migliaia e migliaia di persone nelle strade e sono la voce di una parte consistente del nostro Paese, anziché ascoltarla il Governo cerca di silenziarla, e quando non possono censurarla direttamente, allora ostacolano, ostruiscono, impediscono. È una pratica di oppressione che questo Paese purtroppo ha già conosciuto, un incubo che torna dal passato e che con forza denunciamo e combattiamo“, ha dichiarato la Presidente nazionale di Arcigay Natascia Maesi.

L’Aosta Pride Week di quest’anno si terrà dal 30 settembre al 7 ottobre 2023.

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