Mauro Coruzzi, da tutti conosciuto come Platinette, è tornato a sparare a zero sulla comunità LGBTQI+. Di dichiarazioni al limite dell’incredibile da parte del conduttore radiofonico ne abbiamo sentite a bizzeffe, negli ultimi anni, con una nuova intervista rilasciata a La Verità ad impreziosire ulteriormente l’infinita lista.
A breve di nuovo in teatro con Grasso è Bello, in cui andrà ad interpretare il personaggio reso iconico dall’immortale Divine, Coruzzi, che negli ultimi anni ha perso 70 kg dopo un intervento chirurgico, ha criticato Elly Schlein e difeso Giorgia Meloni, convinta che le donne sarebbero le prime “vittime” dell’identità di genere.
“Bene ha fatto la presidente di Arcilesbica Cristina Gramolini a prender le distanze sull’identità di genere, dando ragione alla premier”. “Le donne sono sempre state considerate meno di zero in politica e poi guarda caso: Meloni va alla guida del governo e toh, anche la sinistra elegge un segretario donna. Dall’altra parte hai una madre di famiglia molto tradizionale e forse anche un po’ intransigente, ed eleggi la Schlein, per i contenuti o per quello che rappresenta il suo stile di vita? Lasciando perdere il fatto che a casa mia innovare vuol dire trovare un territorio comune e non annunciare opposizione durissima. Ma al di là di tutto, guardi, lei ha voltato pagina chiedendomi della politica ma il foglio è sempre lo stesso“.
Un’elezione, quella di Schlein, evidentemente indigesta a Coruzzi, così come a tutti i destroidi d’Italia che da 10 giorni gridano allo spauracchio comunista al cospetto della neo segretaria PD. Non a caso Mauro difende Ignazio La Russa e l’ormai celebre scivolone sui figli gay (“so di vicende in cui La Russa si è speso in prima persona per aiutare senza alcun pregiudizio, penso sia semplicemente una frase sbagliata e cucita ad arte sui giornali“), arrivando al punto da dirsi sicuro che “tanto retrograga questa destra non la vedo“.
“Temo piuttosto che si stia cercando di far passare un messaggio assurdo: che l’orientamento sessuale di una persona ne determini la qualità. E che le qualità migliori stiano a sinistra. Bizzarro. Non crede? Prenda Sanremo. Rosa Chemical si fa paladino della fluidità e va sul palco senza saper cantare. La canzoncina era divertente e ha voluto provocare. Ma pure per quello ci vuole cultura. Renato Zero non si metteva nè da una parte nè dall’altra, e infatti piaceva a tutti. Il trash per come lo intendo io è un’arte e va coltivata come tale. Eliminarlo sarebbe abbattere il divertimento. È l’esagerato, di cui si può godere o che si può anche detestare“.
Non a caso Coruzzi apprezza Pio e Amedeo, “che non sono trash ma nobilissimi perché con la loro comicità rivoltano il calzino”, comici spesso accusati di omotransfobia in un Paese che Ariete vede giustamente omotransfobico. E anche qui Platinette attacca.
“Poi vedo che è testimonial di una piattaforma on line di abiti. Questo è un punto importante. La verità che nessuno osa dire è che comanda il mercato. La pubblicità ha capito che il business si fa se si mette un omosessuale a girare il minestrone nel pentolone. Quando cerco un film da vedere alla sera mi impressiona ancora che la dicitura “LGBTQI” identifichi un genere: è evidentissimo che si etichetta così un prodotto perché attraente per il consumatore“.
Immancabile l’accusa di ‘censura’ da parte dei benpensanti di sinistra, che vieterebbero alle anime candide della destra di poter esprimere le proprie opinioni, come se questa intervista fosse stata pubblicata illegalmente e diffusa di nascosto tra i banchi dei mercati d’Italia. “Cosa è fascista?“, si chiede Platinette. “Mi viene da dire che è fascista impedire ogni pensiero che si scosti dal loro, no? Io voglio poter dire che l’utero in affitto è una violenza sulle donne. Perché c’è prima l’affido, o l’adozione: si combatta eventualmente su queste leggi, non puntando alla comodità di chi, visto che ha 100.000 euro a disposizione, usa una donna come un forno dal panettiere. E parlano di tolleranza e inclusione“.
Peccato che nessuno abbia mai impedito a nessuno di dirlo, come appena accaduto, di nuovo, per l’ennesima volta.
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