“Ci sono altri modi di amare ed essere amati”. Così ha affermato il presidente argentino Alberto Fernandes che mercoledì scorso ha consegnato di persona la prima delle nuove carte d’identità, le quali permettono alle persone non binary di identificarsi come tali.
Ora chi ha un’identità di genere non binaria può scegliere di apporre una opzione “X” che sta per genere “indefinito”, “non specificato”: un “X” che sostituisce le alternative binarie “maschio-femmina”.
Il presidente dell’Argentina ha poi pubblicato su Tweet un post pieno di orgoglio: “Siamo il primo Paese dell’America Latina a promuovere questa iniziativa per garantire l’identità di genere delle persone che non si percepiscono né come donne né come uomini. Stiamo rendendo possibile ciò che sembrava impossibile”.
Questa novità rende l’Argentina un Paese all’avanguardia rispetto ad altri Stati democratici che faticano a riconoscere diritti essenziali per le persone LGBTQ+.
Identità non binaria sui documenti di riconoscimento. Anche altri Paesi hanno adottato questo sistema
Altri Stati come Canada, Nuova Zelanda e India hanno adottato questo sistema. Ad esempio, dal 2009 l’India riconosce il genere non binario sia documenti d’identità sia nelle liste elettorali. I moduli per la richiesta del passaporto indiano sono stati aggiornati con tre opzioni di genere: M, F ed E (rispettivamente per maschio, femmina ed eunuco).
Per gli Stati Uniti d’America, il presidente Biden ha promesso ai cittadini non binary che si sta attivando in merito. Attualmente, se un cittadino statunitense vuole cambiare il sesso del passaporto, deve fornire una certificazione medica che attesti di avere effettuato la transizione (ricordiamo che non tutte le persone non binary vogliono effettuare la transizione).
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