Tra un serale e l’altro di Amici di Maria, Arisa è oggi tornata in radio con “Non vado via“, ballad tutta voce e piano nata dalla collaborazione con Giuseppe D’Albenzio, in arte Jason Rooney, con cui la cantante aveva già scritto Tu mi perdicion.
Intervistata da LaRepubblica, l’ex vincitrice del Festival di Sanremo ha provato a spiegare come mai sia da sempre molto amata dalla comunità LGBTQIA+.
“Ho sempre pensato che, essendo io spudoratamente imperfetta, la gente si innamori dell’imperfezione. Nel desiderio di amare c’è la libertà di farsi piacere chi si vuole. Noi pensiamo che si amino solo le persone perfette, invece no. Forse mi hanno accolto da subito, perché inconsapevolmente ho portato la bandiera dei diritti, mi hanno vista un po’ simile a loro. Aperta al mondo e agli altri, non chiusa“.
Arisa ha poi provato a guardare all’oggi, alla politica omotransfobica e agli enormi passi indietro che si stanno facendo. “Si preferisce spostare l’attenzione su problemi per cui la gente va giù di matto. Alla fine basterebbe una regolamentazione pacifica, che possa prevedere e provvedere al benessere di tutti, non ci vuole tanto. Mi sconvolge chi va al potere e comanda e fa solo il condottiero che frusta il cavallo invece di pensare di essere il carro, quindi di prenderci tutti a bordo, sulla schiena, e traghettarci verso una condizione migliore. Ma nessuno vorrebbe fare il politico, se la politica fosse presa in questa accezione“.
Arisa si è detta infastidita dal giudizio, per poi puntare il dito contro la gestazione per altri.
“Tu che comandi non puoi giudicare se una cosa sia giusta o sbagliata, è così e basta. Non si può sindacare sui confini e sull’amore, sulla vita degli altri. Devi solo trovare il modo di fare andare d’accordo tutti. Stiamo tutti insieme. Non si tolgono diritti, si devono moltiplicare. Però non sono d’accordo sull’utero in affitto. Dio sa quanto sia vicina alla felicità dei miei amici che vogliono figli, però ho sempre pensato che questa pratica sarebbe un gancio per la criminalità. La povertà è ovunque, come il bisogno, tanti delinquenti approfitterebbero delle donne. Poi mi sono documentata, all’estero ci sono contratti che regolarizzano questi accordi spaventosi: se il bambino non nasce ‘normale’ la coppia non è tenuta a prenderlo. La vita diventa come un paio di scarpe“.
A detta della cantante, bisognerebbe “lavorerei affinché lo Stato faciliti i processi di adozione, gli orfanotrofi sono pieni di bambini che aspettano. Una volta che individui le coppie davvero decise a prendersi cura di un essere abbandonato, inizi un percorso“.
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