Si è tolto la vita impiccandosi con la bandiera rainbow, simbolo della comunità lgbt in tutto il mondo. La sua fine pesa sulla coscienza di un paese, l’Azerbaigian, a forte prevalenza musulmana, in cui l’omofobia è talmente diffusa da rendere a gay e lesbiche impossibile perfino trovare un lavoro. Isa Shakhmarli, 20 anni, attivista e presidente del gruppo locale Free LGBT, non sopportava più di vivere in un’atmosfera di odio e discriminazione. Secondo un amico, i problemi principali li aveva in famiglia dove la sua omosessualità non era accettata. “Uno psicologo ha parlato con i miei – raccontava il ragazzo in un’intervista rilasciata lo scorso anno – ma loro continuano a pensare che sia malato”.
Come riporta GayStarNews, Isa ha scritto il suo messaggio di addio sulla sua pagina Facebook: “Vi lascio. Dio vi benedica. Questo paese e questo mondo non fanno per me. Dite a mia madre che l’ho amata molto. Siete tutti colpevoli per la mia morte. Questo mondo non è abbastanza colorato per i miei colori. Addio”.
Il giovane è stato ritrovato morto nel cortile della sua casa di Baku e il cappio era stato fatto con una bandiera arcobaleno: un messaggio ancora più chiaro delle sue parole.
“Voglio che le persone lgbt siano coraggiose – aveva dichiarato durante la stessa intervista in cui parlava della sua famiglia -. Io non vivo con i miei, vivo da solo. Ho un lavoro e posso fare tutto da solo. Se volete, potete riuscirci”.
Ma il peso di tanto odio era diventato insopportabile per Isa, che ha scelto di morire.
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