Better Together, è una mostra fotografica virtuale sulla realtà queer in Cina, supportata da All Out – associazione che si occupa di finanziare e supportare gruppi LGBTQIA+ nel mondo.
Il progetto nasce attraverso lo sguardo e le mani del fotografo cinese Shawn Zang, classe 1996, cresciuto nel Nord della Cina e trasferito a Shangai. Zang parla di una mostra finalizzata a trasmettere un senso di amicizia e supporto tra le varie persone queer nel territorio cinese: “La parola together, insieme significa molto” spiega Zang “Crea forza, comprensione e amore, e spero di poter essere un ponte che unisce le persone tra loro.”
Se Shangai appare come un luogo eterogeneo e libero, Zang racconta che nella Cina del Nord, tra atti di bullismo e violenza, si è ritrovato per più di 10 anni a sopprimere la sua vera identità, in modo da rispecchiare il modello di maschio etero e cisgender imposto dallo status quo. “La maggior parte di noi vive ancora in ambienti conservatori che li costringono a restare nell’anonimato a causa dello stigma e del pregiudizio” spiega sulla pagina ufficiale del progetto.
La mostra si divide in tre capitoli – Alla Ricerca dell’Identità, Alla Ricerca dell’Amore, Alla Ricerca della Diversità – dove ogni parentesi è un’immersione intima e sincera nel privato di mille volti diversi, tra spaccati di vita simili o agli opposti tra loro.
Scopriamo la storia di Faye, trentenne gender queer, drag queen e artista di gioielli contemporanei, ossessionato dall’arte greca antica.
Chao, ventiquattrenne gay di Pechino, che tiene ancora i ritratti dell’ex-ragazzo appesi al muro della sua stanza e vorrebbe ricreare un legame emotivo con la sua famiglia.
Gang Tie, 28enne lesbica amante dei tatuaggi, che tatuandosi il proprio nome sul corpo riesce ad amare di più sé stessa.
Ziyo, ragazzo gay nato a Tagikistan (dove l’omosessualità è vietata), che indossa una gonna con su scritti mille insulti omofobi in lingue diverse.
We Liang e Xiao Zhu (che in cinese significa “maialino adorabile”) coppia gay che insieme ha attraversato “oceani di stelle”.
Chaoxiaomi, genderqueer di Pechino che preferisce essere la versione “sbagliata” di sé stessə piuttosto che conformarsi ai binari di genere.
Loro e mille altrə, tuttə coltə attraverso lo sguardo sensibile e curioso di Zang.
“Negli ultimi cinque anni, ho visto così tante persone in difficoltà a causa della loro identità, in preda alla frustrazione e all’impotenza.” racconta Zang: “Le loro voci meritano di essere ascoltate con tutto il mondo“.Persone LGBTQIA+ “di ogni colore e forma”, mosse dal potere della solidarietà: supportare la comunità queer cinese, incoraggiare più persone nel paese a raccontarsi, trovare uno spazio per le loro mille possibili realtà, e sentirsi vist əe riconosciutə agli occhi della società”.
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