L’omosessualità è acquisita o innata? È una scelta consapevole o un orientamento che non si può decidere? Le sue cause sono biologiche o psicologiche? Per chi è gay, domande come queste sono ricorrenti. Chiederselo è inevitabile. La risposta, però, non è così scontata. Tutt’altro. Ognuna delle due spiegazioni è supportata da una grande scuola di pensiero e da argomenti più o meno validi a suo sostegno.
La segnalazione letteraria di oggi riguarda un libro uscito pochi giorni fa e che segna un punto molto importante a favore della spiegazione biologica. Biologia dell’omosessualità. Eterosessuali o omosessuali si nasce, non si diventa di Jacques Balthazart è un saggio che punta a fare chiarezza. Basandosi su numerosi dati scientifici, Balthazart, luminare belga in neuroendocrinologia comportamentale, dimostra come l’omosessualità abbia solide ed evidenti basi biologiche. L’esatto opposto di quello che afferma l’interpretazione psicologica, secondo la quale l’origine dell’orientamento sessuale sarebbe da ricercare nel vissuto della persona.
«Contrariamente a ciò che sostengono queste teorie ancora troppo diffuse, in genere non si diventa omosessuali né si sceglie di esserlo: si nasce omosessuali. L’origine dell’omosessualità è da ricercarsi più nella biologia degli individui che nell’atteggiamento dei loro genitori o nelle decisioni dei soggetti interessati».
Non è semplicemente una spiegazione diversa. È una spiegazione diversa con riflessi sociali e politici importantissimi. Perché scioglie un punto che è fonte di molti contrasti. L’omosessualità – asserisce Balthazart – non è uno stile di vita né una scelta, ma una caratteristica che nasce insieme alla persona. Non essendo uno stile di vita né una scelta, non c’è nulla da “correggere”. Nemmeno le spiegazioni psicologiche più aggiornate riescono infatti a escludere totalmente l’ipotesi che nella formazione di una persona omosessuale qualcosa sia andato “storto”. C’è sempre una madre o un padre che ha fatto qualcosa che non avrebbe dovuto fare. C’è sempre un figlio o una figlia che non ha seguito i modelli “giusti”. Volente o nolente, c’è sempre qualcuno che ha fatto qualcosa che non doveva fare.
La spiegazione biologica al contrario fa piazza pulita di tutta questa dialettica del sospetto. Omosessuali si nasce: non ci sono né colpe né responsabilità. I genitori non hanno sbagliato con i figli, e i figli non hanno avuto frequentazioni “negative” né hanno compiuto scelte “sbagliate”. Indulgenza per tutti? Non proprio. Di sicuro, basta però con le responsabilità inesistenti e i sensi di colpa inutili.
Il libro di Balthazart tocca questi e moltissimi altri temi collegati. Le sue idee in merito sono molto nette nel prendere posizione. È una lettura che si preannuncia ricca di sorprese. Una voce autorevole che aggiunge un tassello molto importante al puzzle dell’identità omosessuale. Un libro, un’altra arma utile contro l’ignoranza e l’omofobia.
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