Non c’è solo Jonathan Bailey tra gli attori dichiaratamente omosessuali di Bridgerton, serie Netflix candidata ai Screen Actors Guild Award grazie proprio all’ineccepibile cast. Anche Golda Rosheuvel, 51enne splendida regina Carlotta di Meclemburgo-Strelitz nella serie prodotta da Shonda Rhimes, è infatti dichiaratamente lesbica, nonché felicemente innamorata della scrittrice Shireen Mula.
Intervistata da PageSix, l’attrice inglese ha rivendicato con orgoglio la propria omosessualità.
Per molto tempo le storie sono state raccontate dai privilegiati. Penso che fosse l’ora che la porta si aprisse, e che fosse l’ora che ad aprirla fossero persone di colore come Shonda Rhimes, Tyler Perry, Oprah Winfrey, Ryan Coogler. Per riuscire a creare lo spazio in cui potrai avere una regina afro nel dramma in costume più visto di Netflix, dovrai essere in grado di abbattere determinati confini per le persone di colore. Poter rappresentare una donna della vita sontuosa, sexy, scandalosa e bellissima. Il viaggio non è finito ma sta decisamente andando nella giusta direzione. In giro non ci sono molti attori gay, molte donne, afroamericani e io sono privilegiata e fortunata ad essere una di loro. Non sto dicendo che parlo per una comunità, sono una piccola voce di quella comunità, ma penso che ognuno di noi che ha una piccola voce debba creare qualcosa di grande e qualcosa di meraviglioso per la prossima generazione, vedere sè stessi ed essere orgogliosi. Sono molto orgogliosa di chi sono.
Jonathan Bailey, che sarà il protagonista assoluto della seconda stagione, ha giorni fa ricordato i ‘consigli’ ricevuti in quel di Hollywood, tutti inclini a tacere pubblicamente la propria omosessualità. “Molti mi dicevano di non fare coming out, avvisandomi che negli studios accettano che tu sia ‘gay, ma non troppo‘. Credo che non dovrebbe importare quale ruolo tu interpreti. Eppure sembra esistere una linea di pensiero secondo la quale uomini apertamente gay, non possano diventare protagonisti maschili etero”. “Le conversazioni più conservatrici che ho avuto sono state con uomini gay di questa industria. Ho avvertito come un senso di vergogna palpabile. Dall’altra parte raccontare l’omosessualità o temi vicini è una necessità e quindi l’industria ha anche bisogno di attori gay. Credo poi ci sia una ragione se i personaggi omosessuali sono interessanti. Spesso infatti affrontano un difficile percorso di crescita e presa di coscienza che è il loro vero punto di forza. Ecco perché penso che spesso siano stati scelti uomini forti, anche se etero, per questi ruoli”.
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