È l’anno di Jonathan Bailey!
Dopo aver fatto impazzire tuttə nel ruolo di Anthony Bridgerton, l’attore inglese ha avuto i riflettori puntati anche quest’anno, con la bollente storia d’amore Compagni di Viaggio insieme a Matt Bomer, che ha fatto parlare di sé per scene di sesso a dir poco esplicite. A fine 2024 lo vedremo al fianco di Ariana Grande e Cynthia Enrivo in Wicked, trasposizione cinematografica del celebre musical di Broadway (e c’è chi mormora sia tra i papabili candidati per il prossimo James Bond!).
Fa piacere sapere che sia anche apertamente gay (l’ha capito all’età di 11 anni, dice lui) e felicemente fidanzato con un uomo adorabile.
Ma Bailey sta utilizzando il suo successo anche come fedele alleato al resto della comunità, in primis quella trans*.
Durante un evento organizzato dall’associazione britannica Just Like Us (finalizzata a divulgare programmi di sensibilizzazione e anti-bullismo LGBTQIA+ nelle scuole inglesi) in occasione del TDoR (Transgender Day of Remembrance) – Bailey ha parlato a difesa delle persone trans* più giovani, reclamando l’urgenza di un sistema amministrativo e sanitario più preparato e attento.
“Posso solo immaginare cosa significa essere un adolescente trans* nel 2023, che cerca solo di vivere la propria vita e studiare. I genitori arrabbiati stanno qui a dibattere se le vite trans siano da riconoscere o meno, e gli esponenti politici sono lì a spronarli” ha dichiarato Bailey “Ora più che mai, un giovane rappresentante dell’associazione Just Like Us potrebbe essere unə dei pochi punti di riferimento e supporto per questə giovani”.
L’attore non è l’unica star ad essersi schierata a supporto della comunità: negli ultimi giorni Elliot Page, Lily Wachowski, Nicole Maines e altre 56 celebrità trans* hanno firmato una lettera di richiamo alla Corte Suprema per fermare la legge del Tennesse che vorrebbe abolire assistenza sanitaria, bloccanti della pubertà, o riassegnazioni chirurgiche a tutte le persone trans o non binarie sotto i diciotto anni (sempre quest’anno in Tennesse, è stata proposto e successivamente bocciato un ban contro gli spettacoli drag queen, considerati ‘inappropriati’ per i più giovani).
Come sottolinea a The Independent anche l’attrice Patricia Clarkson, co-star del film MONICA, difendere la comunità trans* è diventato un atto politico, ma non dovrebbe esserlo: “È umano” dice Clarkson: “Avete presente quando le persone gridano dai tetti che vogliono essere libere? Ecco, essere transgender significa libertà. Significa vivere come la persona che sai di essere, e non come qualcun altro vorrebbe vederti. È molto semplice. E non esiste ulteriore discussione a riguardo per me”.
Nel film di Andrea Pallaoro, Clarkson interpreta la madre di Monica (interpretata da Trace Lysette), una ragazza trans che torna dopo anni torna a casa per assistere la mamma affetta da Alzeheimer e non riesce più a riconoscerla. È un grande piccolo film che è valso a Lysette la nomination come miglior attrice per gli Independent Spirit Awards, e forse (si spera) potrebbe attirare l’attenzione degli Oscar 2024: sarebbe la prima attrice trans* nella storia degli Academy.
“È inusuale, quando non dovrebbe, e questo mi innervosisce” dice sempre Clarkson “Trovare soldi e finanziamenti è stato difficile.. abbiamo superato i confini queer nel cinema, ma non ancora quelli transgender. È spiacevole e sbagliato”.
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