68 anni, Reinhard Marx è un cardinale e arcivescovo cattolico tedesco che negli ultimi anni si è fatto conoscere per le proprie posizioni sorprendentemente inedite all’interno del Vaticano, perché di totale apertura alla comunità LGBTQ.
Vicino a Papa Francesco, Marx si può considerare un teologo progressista, ovvero distante anni luce dall’impostazione ratzingeriana che ha preceduto l’arrivo di Bergoglio in piazza san Pietro. Eppure fu proprio Benedetto XVI ad elevarlo al rango di cardinale con il titolo presbiterale di San Corbiniano nel 2010.
Già nel 2014, nel corso del briefing per il Sinodo straordinario sulla famiglia, Marx tuonava: “Non possiamo dire a qualcuno: ‘lei è omosessuale, non può vivere il Vangelo’. Per me questo è impensabile”. “Se c’è una relazione omosessuale, fedele per trent’anni, non posso dire che non è niente”, precisava il cardinale, e per quanto non sia “tutto a posto” e lo “scopo” per la Chiesa sia il matrimonio sacramentale tra uomo e donna, “non si può dire che è tutto nero o bianco, tutto o niente, e questo è anche il compito della pastorale”. Nel 2017 l’arcivescovo confessò un suo rimpianto, ovvero “che la Chiesa non abbia fatto nulla per opporsi alle leggi che perseguivano gli omosessuali”.
Più recentemente, il cardinale di Monaco ha ufficialmente chiesto un cambiamento nell’insegnamento cattolico sull’omosessualità. “Il catechismo non è fissato nella pietra. Si può anche mettere in discussione ciò che dice”, ha rimarcato Marx al settimanale Stern. “L’omosessualità non è un peccato. Corrisponde a un atteggiamento cristiano quando due persone, indipendentemente dal sesso, si sostengono a vicenda, nella gioia e nel dolore. Il valore dell’amore è stato mostrato anche nel non fare dell’altra persona un oggetto, non usarla o umiliarla”. “Le persone Lgbt fanno parte della creazione e sono amate da Dio, e siamo chiamati a lottare contro la discriminazione. Coloro che minacciano gli omosessuali e chiunque altro paventando l’inferno o la dannazione eterna non hanno capito nulla”.
Precedentemente Marx ha confessato di aver personalmente benedetto una coppia queer. “Qualche anno fa a Los Angeles, dopo una funzione, due sono venuti a chiedere la mia benedizione. Così l’ho fatto. Non era una cerimonia di matrimonio. Non possiamo offrire il sacramento del matrimonio, ma una benedizione si”. Il cardinale, come detto, è particolarmente ascoltato da Papa Bergoglio, facendo parte del C6, ovvero l’organo consultivo di governo del Pontefice.
Il mese scorso, in una chiesa di Monaco di Baviera, Marx ha esposto vicino all’altare una bandiera rainbow, chiedendo scusa alla comunità LGBTQ. “Dobbiamo renderci conto del male che vi abbiamo fatto”.
Il cardinale è fermamente convinto che le unioni omosessuali debbano essere elevate al cielo come “relazioni d’amore intime”, nonché che la negazione della benedizione alle coppie dello stesso sesso sia una discriminazione. Un anno fa Marx ha presentato a papa Francesco le proprie dimissioni da arcivescovo di Monaco e Frisinga per via degli abusi sessuali che molteplici funzionari dell’arcidiocesi hanno commesso nei decenni precedenti. La scorsa estate Bergoglio lo ha esortato a continuare nell’incarico.
Nell’attesa, Reinhard Marx prosegue la sua battaglia di civiltà per una Chiesa cattolica meno discriminatorio e più inclusiva nei confronti della comunità LGBTQ+, direttamente dall’interno del Vaticano.
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