Rivolgendosi ai genitori, Papa Francesco si è espresso sui figli omosessuali, chiedendo di non condannare mai un figlio.
Che siano ragazzi “che fanno una ragazzata” o che “finiscono in carcere” o che “muoiono in un incidente” o “che scoprono in un figlio un orientamento sessuale diverso dalle loro attese”, o “che siano malati” secondo Bergoglio i genitori possono sperare che “San Giuseppe possa aiutarli ad aprirsi al dialogo con Dio”.
È scomposta, seppure per certi versi apprezzabile, la preghiera di accoglienza e tenerezza che Papa Francesco rivolge ai ragazzi omosessuali. In passato il Pontefice si era espresso più volte a fasi alterne. Di recente se l’è presa contro la presunta teoria gender. Nel 2021 aveva approvato le unioni civili, ma si era seccamente opposto a qualsiasi ipotesi di matrimonio egualitario. Per tacer delle giravolte compiute sul DDL Zan (ve le raccontiamo qui).
Quest’oggi Francesco durante l’udienza generale ha approfittato per rivolgersi ai genitori e ha accostato i genitori che hanno figli malati, carcerati e scapestrati ai genitori che hanno figli omosessuali. Ha parlato della tenerezza che provava a Buenos Aires nel vedere la coda di persone davanti al carcere e nel pensare alle mamme alle prese con “il problema di avere un figlio in prigione, mamme che si nascondevano“. A quelle mamme Bergoglio ha raccomandato di non nascondersi e di avere coraggio. Così come ai genitori di figli omosessuali che, secondo Papa Francesco, non vanno mai condannati.
Da bravo gesuita Bergoglio continua la sua opera di rinnovamento della Chiesa Cattolica, lanciando segnali contrastanti, un colpo a destra e uno a manca. È apprezzabile che Francesco dica ai genitori cattolici di non condannare i propri figli omosessuali. Più strano spiegare loro che, secondo la Chiesa di Roma, non potranno sposarsi. Ancora più strano accomunarli a figli malati, carcerati e delinquenti.
Qualche tempo fa Bergoglio si era scagliato contro chi abbia cani e gatti e neghi paternità e maternità.
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