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Chiara Appendino, accordo con l’omofobo Governatore di San Pietroburgo: il disappunto del Torino Pride

Georgy Poltavchenko è colui che nel 2012 firmò l’oltraggiosa legge contro la cosiddetta “propaganda gay”.

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“Ci rivedremo a settembre a Torino per firmare il protocollo d’intesa fra le nostre città”. “Abbiamo una doppia opportunità di collaborazione fra due città e due Paesi, possiamo creare partnership strategiche che coinvolgano da una parte l’industria e dall’altra il turismo e la cultura”.

Con queste inattese parole, condite da una stretta di mano, la Sindaca di Torino Chiara Appendino ha giorni fa salutato il Governatore di San Pietroburgo, Georgy Poltavchenko, a margine di un incontro istituzionale andato in scena nel corso dell’International Economic Forum.

Parole, ovviamente, che non sono andate giù al Coordinatore Torino Pride, che ha immediatamente chiesto lumi alla prima cittadina Cinque Stelle.

Apprendiamo con disappunto e sconforto che la Sindaca Appendino avrebbe stipulato un accordo con il Sindaco di San Pietroburgo di cui non abbiamo capito ancora bene i termini ma che riteniamo uno schiaffo al lavoro che, insieme, abbiamo svolto fino ad oggi e che ha ineluttabilmente qualificato, Chiara Appendino, in modo positivo e soprattutto libero da ogni ingerenza esterna. Esattamente come accadde quando il Sindaco Fassino concluse un accordo culturale con il museo dell’Hermitage ma, forse in modo più grave, questo accordo ci risulta oltremodo offensivo anche non conoscendone i dettagli‘.

Come è noto‘, prosegue la ‘lettera aperta’ scritta alla Sindaca, ‘la Russia del presidente Putin è tra le nazioni più omo-transfobiche e il governatore Georgy Poltavchenko è colui che non perse un solo secondo, nel 2012, nel firmare una oltraggiosa legge contro la cosiddetta “propaganda gay”. Come è altresì noto questa forma estrema di persecuzione della comunità LGBT ha prodotto situazioni gravissime non solo in Russia ma anche in alcuni paesi satelliti come la Cecenia dove ancora in questi giorni molti e molte vengono perseguitati per il proprio orientamento sessuale e la loro identità di genere. È giusto di ieri la notizia che l’ennesimo giornalista, Arcady Babtchenko, critico verso il governo del nuovo zar russo e non allineato alla sua propaganda, è stato assassinato in Ucraina‘.

La drammatica cronaca russa, purtroppo, si aggiorna di settimana in settimana, con gli imminenti mondiali di calcio visti con preoccupazione nei confronti dei tanti tifosi LGBT che arriveranno nel Paese.

Come sa molto bene la nostra Sindaca, le discriminazioni non vengono mai sole. Ancora oggi la comunità dei Testimoni di Geova, in Russia, continua sempre più a sprofondare in un oblio indotto da una persecuzione viscida e che agisce anche sui beni economici dei rappresentanti di quella fede. Le domande, quindi restano!‘.

Quesiti che Alessandro Battaglia, dal Coordinatore Torino Pride, non tarda a porre alla prima cittadina.

Perché Chiara Appendino non ha considerato queste importanti questioni? Perché la nostra Sindaca ha deciso che la sua politica per la Città possa basarsi sul “doppio forno”? Perché non ha considerato il danno che questa notizia produce alla nostra e sua comunità? Detto ciò, chiediamo alla Sindaca, all’alba del prossimo Torino Pride, di voler riconsiderare questa scelta e di prendere una posizione netta contro l’omo-transfobia di stato di un paese che non ci è amico e a cui niente importa dei diritti umani.

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