Mentre a Varese sfileranno lə attivistə LGBTQIA+ ucrainə, il Torino Pride chiede di non utilizzare bandiere durante il Pride della città della Mole, che si svolgerà domani sabato 17 Giugno. Anche quelle ucraine non sono gradite. Il post è molto chiaro. “Chiederemo gentilmente di abbassarle” scrive il coordinamento Torino Pride (qui intervistato da Gay.it qualche giorno fa).
Davanti all’aggressione russa (Putin minaccia di arrestare e uccidere persone ucraine LGBTQIA+) lə attivistə ucrainə interverrano a Varese questa sera in una conferenza, e domani parteciperanno al Pride, per portare la propria testimonianza. In Ucraina allo stato attuale i Pride non sono autorizzati per ragioni di sicurezza. In Russia, ricordiamo, l’omosessualità è ormai legalmente perseguitata grazie alle leggi illiberali di Vladimir Putin.
Un tema sul quale il Torino Pride ha voluto schierarsi con approccio pacifista, negando lo sventolio di qualunque bandiera. Una posizione discutibile: chi decide quali bandiere possono essere sventolate al Pride? Chi è depositario di questa regola? Il Pride viene modellato in accordo con le simpatie politiche del comitato organizzatore?
Nel post il Pride di Torino scrive:
AVVISO IMPORTANTE
Al Pride ci aspettiamo di vedere tante cose e ci auguriamo che siano tutte belle. Ci sono però alcune cose che non vorremmo vedere: bandiere nazionaliste (non siamo a giochi senza frontiere), bandiere atlantiste (il pride ha una posizione pacifista), e altre cose di questo genere. Non vorremmo vederle perché il Pride guarda ad una comunità allargata che è fuori da confini, barriere, frontiere: anzi, proprio le frontiere non riusciamo a sopportarle, noi che transitiamo dentro e fuori i generi e che attraversiamo silenzi e pregiudizi. Le nostre bandiere, nelle loro sfumature, non chiedono il passaporto, non controllano la residenza, non verificano il conto in banca. I colori dei nostri vessilli ogni anno si fanno più stretti per lasciare posto ad altri colori e altre sfumature identitarie. Le bandiere con pochi colori, definiti e inamovibili, ci sembrano solo molto tristi. Se ci saranno bandiere di questo tipo chiederemo gentilmente di abbassarle.
Dura la reazione della giornalista di guerra Sarah Ashton-Cirillo, persona transgender inviata in Ucraina (ve ne avevamo parlato qui), che ha attaccato la scelta del Torino Pride e ha mobilitato un’onda di reazione rispetto alla scelta di Torino. Su Twitter in molti hanno ricordato al comitato organizzatore del pride della Mole che in Russia è in atto una violenta repressione delle persone LGBTQIA+ e Putin promette di fare altrettanto con la popolazione queer ucraina “che sarà arrestata e uccisa” (parole di Putin) qualora l’Ucraina dovesse perdere la guerra.
Ashton-Cirillo ha scritto su Twitter:
“Ehi TorinoPride, la tua vergognosa ignoranza sui diritti LGBTQ in Ucraina si basa sulle bugie del Cremlino. La bandiera ucraina rappresenta l’orgoglio, la libertà e la libertà per TUTTE le persone. Vietarlo significa attaccare la liberazione della comunità LGBTQ in tutto il mondo”
Hey @TorinoPride your shameful ignorance to LGBTQ rights in Ukraine is based on the lies of the Kremlin.
The Ukrainian flag represents pride, liberty, & freedom for ALL people.
To ban it is to attack the liberation of the LGBTQ community across the world.
Slava Ukraini 🇺🇦 pic.twitter.com/yhkFpZs5Wm
— Sarah Ashton-Cirillo (@SarahAshtonLV) June 15, 2023
Il Torino Pride non ci sta a passare per filo-Putin, e replica alle accuse via Twitter:
“Abbiamo una storia di difesa dei diritti LGBTQIA+, denuncia delle leggi anti-gay russe, sostegno all’Ucraina e condanna delle violazioni dei diritti umani. Ci scusiamo per eventuali malintesi riguardanti le bandiere ucraine.”
Dear @SarahAshtonLV. We have a history of advocating for LGBTQIA+ rights, denouncing Russian anti-gay laws, supporting Ukraine, and condemning human rights violations. We apologize for any misunderstanding regarding the Ukrainian flags.
— Torino Pride (@TorinoPride) June 15, 2023
Nonostante il post del Torino Pride sia ancora pubblicato e sia chiaramente ispirato all’idea di un divieto di bandiere nazionaliste, tradendo una forte avversione al supporto all’Ucraina, evidenti riferimenti polemici alla Nato e l’invito a colorare il Pride di sfumature pacifiste, le bandiere ucraine potranno infine essere sventolate durante la parata di domani, insieme a tutte le bandiere che ciascuna persona individualmente riterrà di voler sventolare. Naturalmente il dissenso è l’anima del Pride e chiunque potrà eventualmente contestare bandiere di qualunque colore.
La stessa Sarah Ashton-Cirillo ha esultato rispetto alla retromarcia del Torino Pride, scrivendo:
“Ce l’abbiamo fatta, la bandiera ucraina ha l’autorizzazione a sventolare a Torino. Grazie a tutti coloro che si sono mobilitati per la libertà. Forza Ucraina”
We did it.
The Ukrainian flag will be allowed to fly in Torino.
To everyone who mobilized for freedom:
Slava Ukraini 🇺🇦🌻 pic.twitter.com/lk1AiGKsTT
— Sarah Ashton-Cirillo (@SarahAshtonLV) June 15, 2023
Resta di difficile comprensione la scelta del coordinamento del Torino Pride che nel suo annuncio di invito a non sventolare bandiere, applica una sostanziale censura verso colori, diversità e simpatie geopolitiche di chi partecipa al Pride. Una scelta di difficile comprensione per una città che si è candidata all’Europride 2027.
Gay.it sarà presente al Pride, qui tutte le date e le città d’Italia e le interviste a tutti i comitati Pride >
Appuntamento domani in ogni caso, all’atteso Pride di Torino. Per sfilare al Pride, senza farsi dire da nessuno quali siano le bandiere approvate e quale sia il dissenso autorizzato.
Buon Pride!
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