Christine Jorgensen è nata il 30 maggio 1926 a New York. In realtà, il suo vero nome era George William Jorgensen Jr. ma negli Anni ’50 scelse di sottoporsi al processo di transizione per cambiare sesso. George era un ex soldato che a un certo punto, tra gli Anni ’40 e ’50, decise di non nascondere più la sua vera identità di genere, diventando famosa come una tra le prime persone MtF. Una scelta coraggiosa, a quei tempi, e rischiosa. Ma già dal 1930 era state numerose le persone che aveva voluto operarsi per fare il cambio di sesso, procedendo con l’operazione di vaginoplastica (per passare naturalmente da uomo a donna).
A far sapere al mondo la storia di Christine Jorgensen è stato il New York Daily News, che il 1 dicembre 1952 pubblicò la sua storia. Il titolo dell’articolo riportava “Ex-GI becomes blond beauty“, che significa: “Ex soldato diventa una bella bionda“. Anche se non era la prima al mondo, questo fatto fece molto scalpore a New York, ma contribuì a fare diventare Christine una grande portavoce di tutta la comunità trans.
Il cambio di sesso di Christine Jorgensen
Per sottoporsi all’intervento chirurgico, Christine dovette andare in Danimarca, dove il dottor Christian Hamburger eseguì l’operazione di riattribuzione del sesso genitale (vaginoplastica). Sempre lui la seguì anche per la terapia ormonale necessaria per completare la transizione.
Dopo l’operazione e la terapia, Christine Jorgensen divenne un’attivista di spicco per tutte le persone transgender, principalmente americane. Iniziò infatti a tenere incontri in moltissimi campus del Paese, passando da ex-soldato ad attrice, apparendo anche in alcune spettacoli di diversi nightclub. Non era difficile riconoscerla: come “divisa ufficiale” aveva preso il costume di Wonder Woman, che mantenne fino alla fine degli Anni ’80, quando coloro che detenevano il copyright della super-eroina le fecero causa per utilizzo non autorizzato.
Nel 1982, a 62 anni, morì per un cancro. Ma la sua storia è stata una fonte di ispirazione per tutte le persone transgender, e anche se oggi non è molto ricordata dalla comunità LGBT, è stata una colonna portante per tutto il movimento. Fu lei stessa a dire che aveva dato “un bel calcio nei pantaloni” alla rivoluzione sessuale, per come si è impegnata nella sua transizione e per come ha voluto far conoscere la sua storia. Ai genitori, dopo l’operazione, scrisse una lettera spiegando la sua scelta: “La Natura ha fatto un errore, che io ho corretto, ed ora sono vostra figlia“.
Gay.it è anche su Whatsapp. Clicca qui per unirti alla community ed essere sempre aggiornato.