La tagliola cinese nei confronti della comunità LGBT nazionale prosegue, senza vergogna alcuna. Dopo l’università che ha chiesto di stilare una lista degli studenti omosessuali e il bando governativo televisivo nei confronti degli “uomini effemminati”, il presidente Xi Jinping ha preteso e ottenuto di ampliare quel folle divieto sui personaggi ‘troppo gay’ anche al mondo dei videogiochi. Stop ai contenuti yaoi, ovvero a tutti quei personaggi maschili dall’aspetto poco maschile.
Bisogna “proteggere i minori da valori sbagliati”, ha tuonato il Dipartimento della pubblicità del comitato centrale del Partito comunista, con anime e videogames chiamati a cancellare dalle proprie future sceneggiature storie troppo ‘intime’ tra uomini. Un divieto che riguarderà tutti i nuovi videogiochi, con pesanti provvedimenti ai danni delle aziende che non rispetteranno questo nuovo diktat scandalosamente omofobo, come riportato da GiocoNews. L’annuncio ha portato all’inevitabile calo in borsa delle più grandi aziende tecnologiche cinesi, a rischio ridimensionamento per la gioia del governo stesso, preoccupato dalla loro potenza economica e dalla conseguente e più che probabile fuga dal rigido controllo statale.
In questo modo il governo di Pechino prosegue sulla strada della totale censura ai danni dei contenuti LGBT, rimettendo in riga quelle aziende che negli anni si sono ingigantite a tal punto da destare fastidi tra le stanze del potere politico. Per gli amanti dei videogames, consigliamo “I migliori videogiochi LGBTQI+ del decennio 2010-2019“.
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