Provita e Famiglia vanno all’attacco della legge sull’omofobia che da alcune settimane tiene impegnata la commissione Giustizia alla Camera. I lavori sono iniziati. In questo momento sono state calendarizzate le prime audizioni (le prime sono avvenute lunedì, mentre la Lega ne ha richieste 59 per creare ostruzionismo). E sebbene il percorso per portare il disegno di legge in Parlamento è una prassi piuttosto lunga, il relatore dem Alessandro Zan è ottimista nel riuscire a ottenere il voto in tempi rapidi.
E mentre le opposizioni cercano di rallentare l’iter prolungando i lavori in commissione, fuori dai palazzi del potere si lavora per bloccare una legge con una petizione. Già la definiscono “legge bavaglio”. Difatti, si sa che insultare o picchiare una persona solo perché gay, lesbica, bisessuale o transgender dovrebbe sempre essere consentito. Poiché permette di esercitare il diritto della libertà di espressione.
Accusa esagerata? No, perché è questo quello che si legge nella petizione che si trova sl sito di Provita e Famiglia.
I punti della petizione contro la legge sull’omofobia
Sarebbe una legge bavaglio, secondo i fan del Family Day, poiché mette in pericolo diverse libertà:
Le leggi contro l’omotransfobia, con il pretesto di voler proteggere persone omosessuali e transessuali dalla violenza e dalla discriminazione, in realtà pongono in pericolo la libertà di espressione, di religione e di associazione.
Ma per convincere della finta gravità del testo in esame, ecco la prima fake news:
Le persone omosessuali e transessuali sono già giustamente tutelate dalla legge contro atti violenti, ingiuriosi o discriminatori, come tutte le altre persone, a prescindere dalle proprie tendenze sessuali.
Questo è solo in parte vero: un’aggressione è sempre considerata tale. Ma ad oggi, la legge Mancino – Reale non prevede l’aggravante omofoba, ovvero sull’orientamento sessuale. Tale testo infatti cita solamente i motivi razziali, etnici, religiosi o nazionali. Una legge sull’omofobia quindi introdurrebbe anche questa possibilità.
Si parla poi di “mal definiti atti di omofobia o di transfobia“, includendo anche essere dell’opinione che “il diritto dei bambini a crescere con una mamma e un papà, essere contro le adozioni gay, oppure dire che il sesso non si può cambiare, può essere interpretato come un atto omofobico o transfobico“. E arriva a dire:
Chiunque manifesti pubblicamente sostegno per la famiglia naturale, per i diritti dei bambini, o promuova una sana visione della sessualità possa essere non solo condannato alla reclusione, ma anche obbligato a lavorare senza retribuzione per le associazioni gay e trans. […] Questa “legge bavaglio” sarà presto approvata e rischieremo tutti il carcere e la rieducazione arcobaleno.
Lettera alle istituzioni
E nella lettera che vorrebbero inviare alle istituzioni per fermare la legge sull’omofobia, ecco la perla:
Non risulta esserci in Italia una “emergenza omotransfobia”, cioè una diffusione allarmante di violenze o discriminazioni omotransfobiche. Benché spesso il nostro paese venga “percepito” – forse per suggestione mediatica – come fortemente “omofobo”, i dati non supportano tale percezione soggettiva: la più ampia ricerca della Fundamental Rights Agency dell’Unione Europea colloca l’Italia tra i paesi più sicuri d’Europa per quanto riguarda concreti episodi di violenza, minaccia e discriminazione; anche dai dati ufficiali dell’OSCE, dell’OSCAD e dell’UNAR emerge che non vi è una diffusione allarmante di illeciti omotransfobici.
Un concentrato di falsità. Che distorcono il senso della legge sull’omofobia. E che non prevede in alcun modo la reclusione per chi manifesta, ma solo per insulti, offese e violenze omofobe.
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Sarebbe bene che almeno i visi dei contrari alla legge ( alla aggravante) fossero noti. La foto del titolo mette bene in vista il contenuto del cartello ma non il viso di chi lo brandisce. I vigliacchi non vanno protetti, devono metterci la faccia come i nostri attivisti .