I conservatori all’attacco: inizia la lotta contro la legge sull’omofobia

La legge sull'omofobia ha iniziato il suo iter in commissione Giustizia. Un iter lungo, come per ogni legge. Ma già si annuncia battaglia.

legge sull'omofobia
2 min. di lettura

Provita e Famiglia vanno all’attacco della legge sull’omofobia che da alcune settimane tiene impegnata la commissione Giustizia alla Camera. I lavori sono iniziati. In questo momento sono state calendarizzate le prime audizioni (le prime sono avvenute lunedì, mentre la Lega ne ha richieste 59 per creare ostruzionismo). E sebbene il percorso per portare il disegno di legge in Parlamento è una prassi piuttosto lunga, il relatore dem Alessandro Zan è ottimista nel riuscire a ottenere il voto in tempi rapidi.

E mentre le opposizioni cercano di rallentare l’iter prolungando i lavori in commissione, fuori dai palazzi del potere si lavora per bloccare una legge con una petizione. Già la definiscono “legge bavaglio”. Difatti, si sa che insultare o picchiare una persona solo perché gay, lesbica, bisessuale o transgender dovrebbe sempre essere consentito. Poiché permette di esercitare il diritto della libertà di espressione.

Accusa esagerata? No, perché è questo quello che si legge nella petizione che si trova sl sito di Provita e Famiglia.

I punti della petizione contro la legge sull’omofobia

Sarebbe una legge bavaglio, secondo i fan del Family Day, poiché mette in pericolo diverse libertà:

Le leggi contro l’omotransfobia, con il pretesto di voler proteggere persone omosessuali e transessuali dalla violenza e dalla discriminazione, in realtà pongono in pericolo la libertà di espressione, di religione e di associazione.

Ma per convincere della finta gravità del testo in esame, ecco la prima fake news:

Le persone omosessuali e transessuali sono già giustamente tutelate dalla legge contro atti violenti, ingiuriosi o discriminatori, come tutte le altre persone, a prescindere dalle proprie tendenze sessuali.

Questo è solo in parte vero: un’aggressione è sempre considerata tale. Ma ad oggi, la legge Mancino – Reale non prevede l’aggravante omofoba, ovvero sull’orientamento sessuale. Tale testo infatti cita solamente i motivi razziali, etnici, religiosi o nazionali. Una legge sull’omofobia quindi introdurrebbe anche questa possibilità.

Si parla poi di “mal definiti atti di omofobia o di transfobia“, includendo anche essere dell’opinione che “il diritto dei bambini a crescere con una mamma e un papà, essere contro le adozioni gay, oppure dire che il sesso non si può cambiare, può essere interpretato come un atto omofobico o transfobico“. E arriva a dire:

Chiunque manifesti pubblicamente sostegno per la famiglia naturale, per i diritti dei bambini, o promuova una sana visione della sessualità possa essere non solo condannato alla reclusione, ma anche obbligato a lavorare senza retribuzione per le associazioni gay e trans. […] Questa “legge bavaglio” sarà presto approvata e rischieremo tutti il carcere e la rieducazione arcobaleno.

Lettera alle istituzioni

E nella lettera che vorrebbero inviare alle istituzioni per fermare la legge sull’omofobia, ecco la perla:

Non risulta esserci in Italia una “emergenza omotransfobia”, cioè una diffusione allarmante di violenze o discriminazioni omotransfobiche. Benché spesso il nostro paese venga “percepito” – forse per suggestione mediatica – come fortemente “omofobo”, i dati non supportano tale percezione soggettiva: la più ampia ricerca della Fundamental Rights Agency dell’Unione Europea colloca l’Italia tra i paesi più sicuri d’Europa per quanto riguarda concreti episodi di violenza, minaccia e discriminazione; anche dai dati ufficiali dell’OSCE, dell’OSCAD e dell’UNAR emerge che non vi è una diffusione allarmante di illeciti omotransfobici.

Un concentrato di falsità. Che distorcono il senso della legge sull’omofobia. E che non prevede in alcun modo la reclusione per chi manifesta, ma solo per insulti, offese e violenze omofobe.

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Franzc Dereck 21.2.20 - 15:08

Sarebbe bene che almeno i visi dei contrari alla legge ( alla aggravante) fossero noti. La foto del titolo mette bene in vista il contenuto del cartello ma non il viso di chi lo brandisce. I vigliacchi non vanno protetti, devono metterci la faccia come i nostri attivisti .

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