Bombardato dalle polemiche al parlamento europeo, con minacce concrete di restrizioni economiche fino a quando non cancellerà le vergognose ‘Zone libere dall’ideologia LGBT’ dalla sua Polonia, ma accolto con tutti i crismi del caso in Italia. Andrzej Duda, contestatissimo presidente polacco da poco rieletto, è sbarcato ieri a Roma, con tanto di incontro con il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, durato ben due ore.
Cosa si siano detti Duda e Conte non è chiaro, ma l’accoglienza è stata calorosa, da Capo di Stato. Il presidente polacco ha poi incontrato anche il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, alla presenza del ministro degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale, Luigi Di Maio. Duda è in visita ufficiale in Italia, a soli pochi giorni dal duro attacco di Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea che nel corso del suo primo discorso sullo Stato dell’Europa ha tuonato: “Le zone libere da LGBTQI sono zone libere dall’umanità. E non hanno posto nella nostra Unione”.
Far andar via Duda dall’Italia senza spendere una parola ufficiale da parte del Governo e dello Stato nostrano su quanto di vergognoso stia capitando nella sua Polonia sarebbe inammissibile. Il presidente poalcco ha da anni intrapreso un’autentica guerra contro la comunità LGBT nazionale, scatenando proteste in mezza Europa. Solo pochi mesi fa il premier Conte sottolineò come “le discriminazioni basate sull’orientamento sessuale ledono i diritti umani necessari a un pieno sviluppo della personalità umana“. Discriminazioni che Duda ha di fatto istituzionalizzato. Anche Mattarella, nel maggio scorso, rimarcò come “una società libera non permette discriminazioni e aggressioni”.
Dinanzi ad Andrzej Duda, principe di omotransfobia d’Europa, avranno fatto sentire la voce indignata dell’Italia?
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