La lunga estate omobitransfobica all’italiana non conosce sosta. L’ultima indecenza di stagione arriva da Pinarolo, dove la morte di Adriano Canese, 76 anni tra i fondatori di Radio Koala, è stata pubblicamente pianta da suo marito Corrado Brun. Il tradizionale manifesto funebre che ne ha annunciato il decesso, svelando anche il luogo della commemorazione, è stato imbrattato da un insulto omofobo, ancor più indegno dinanzi ad un simile momento di dolore.
“Fr*ci“, si legge sul tiletto, come denunciato da LaRepubblica. L’adesivo è stato presto rimosso, ma il marchio dell’ignobile omofobia è rimasto indelebile.
“È un atto ignobile che non porta a nulla”, il commento di Corrado, che ha vissuto 39 anni di amore al fianco di Adriano. “Dimostra solo la pochezza di chi l’ha fatto. La mia, più che rabbia, è amarezza di fronte a un episodio così stupido. Alle offese, però, non ci si abitua. Episodi di cattiveria ne avevamo già vissuti. Noi vivevamo a Pinerolo ma nel 1989 ci siamo trasferiti a Torre Pellice. Ce ne siamo andati perché c’era gente che non accettava il nostro rapporto. Eravamo stufi di ricevere telefonate anonime, danneggiamenti vari, anche alla nostra radio: radio Armonia. Eravamo il bersaglio di deficienti per il nostro rapporto di amore vero“.
Nel 2016 l’unione civile, a lungo sognata. Ora, 7 anni dopo, il deplorevole insulto su un manifesto funebre.
“Mi spiace che nel 2023 ci sia ancora qualcuno talmente ossessionato dall’omosessualità da prendersi la briga di insultare. Devo dire la verità: negli ultimi anni il clima è cambiato in peggio. È stata sdoganata la libertà di insulto. Molti si sentono legittimati a dire e comportarsi come certi politici”.
Duro il commento di Marco Giusta, coordinatore del Torino Pride. “Davanti a una cosa del genere non si può che provare rabbia, disgusto. Non c’è neanche più rispetto per una persona che non c’è più e per un affetto che continua. In questo vaso viene insultato e svilito non solo quello che c’è stato tra i due ma anche l’amore che sopravvive”.
Sconcerto social è stato esplicitato da Diego Passoni.
“Non mi interessa nemmeno chi sia la creatura disgraziata che vive in una tale miseria interiore da aver realizzato questa porcata“, ha scritto su Instagram Passoni. “Mi interessa ricordare con chiarezza che nessunə di noi ha la minima intenzione di tornare a nascondersi o permettervi di fingere che non esistiamo. Né arretreremo di un passo sulla pretesa di un mondo già al presente disegnato per tutt3. C’è un governo che è un enorme colpo di coda di un’idea di mondo sbagliata e nei fatti smentita e fallita. Ma ora che le istituzuoni sdoganano odio e violenza, sappiate che potete spaventare ma non fate paura. Con grande soddisfazione apprendo che vi diamo fastidio anche da mort3. E non avete idea, anche quando siamo trapassat3, di cosa sappiamo scatenare nei vostri sogni, per il sonno che vi resta. Tanto ci vediamo poi tutt3 di là. Nel frattempo mando un abbraccio a Corrado Brun. Credo dovremmo tutt3 manifestare vicinanza e sostegno per la perdita e per aver subito un gesto così inqualificabile. Riempiamolo di fiori“.
Tra le tante reazioni social, spicca anche quella di Claudio Marchisio, ex calciatore della Juventus che ha parlato di “atto di inaudita violenza” e di “gesto inaccettabile che non può e non deve rimanere impunito. Se è vero che i social network hanno anche un potere positivo, allora è giusto prendere posizione con forza affinchè comportamenti come questi non vengano più tollerati. Il mio pensiero va a Corrado e alla famiglia di Adriano“.
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