“Non si può fare una legge contro l’omofobia con gli omofobi” ha detto ieri 5 giugno Gabriele Piazzoni, segretario nazionale di Arcigay, dal camioncino a mò di palcoscenico durante la manifestazione a favore del DDL Zan in piazza Castello a Torino.
“Questa non è una battaglia politica di una parte ma per riconoscere i diritti. Mi spiace che alcune forze politiche non siano presenti e trovo inaccettabile che partiti come la Lega la stiano boicottando”. E “la città ha scelto da che parte stare“, ha aggiunto la sindaca di Torino Chiara Appendino.
Sono stati molti altri gli interventi, tra cui quelli del coordinamento Torino Pride e della storica associazione Maurice GLBTQ davanti ad una piazza piena di persone che si sono riversate in piazza con striscioni, bandiere arcobaleno e tante altre bandiere che rappresentano i diversi orientamenti sessuali e identità di genere.
Tra i partecipanti c’è chi ha scritto su Instagram di aver “vissuto una versione del Pride un po’ diversa dal solito corteo, in primis perché la pandemia non è stata ancora risolta e poi perché è necessario ora dedicare il scendere in piazza a qualcosa di specifico come il DDL Zan”. C’è chi ha postato una fotografia dando un bacio al* propri* partner.
La grande partecipazione in piazza, seppur il Covid non ci abbia ancora abbandonati, sta mostrando quanto sia di fondamentale importanza per la società la legge contro l’omobilesbotransfobia, la misoginia e l’abilismo.
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